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Salute di mare e fiumi, Confcommercio e ambientalisti: «Fuori la verità o partono denunce»

Un tavolo permanente per la salute del nostro mare e dei nostri fiumi.

È quello che si è costituito la scorsa settimana formato da: Confcommercio, Federalberghi, Faita/Campeggi, Sib/Balneari, Fipe/Pubblici Esercizi, Fiavet/Agenzie di Viaggio, Wwf, Marelibero e Forum dell’Acqua.

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L’obiettivo del tavolo non è solo quello di denunciare ed evidenziare nuovamente le problematiche del fiume, dei depuratori e dell’inquinamento del mare, che questa estate sono state al centro dell’attenzione, ma soprattutto quello di ottenere risposte concrete da enti e amministrazioni che devono occuparsi della salubrità del fiume e del mare e del regolare funzionamento dei depuratori, per evitare anche nella prossima stagione estiva uno sciagurato danno immagine per il turismo.

Sei le direttrici su cui si muoverà l’attività del tavolo per il mare pulito:

  • Trasparenza dei dati sulla qualità delle acque e dei fiumi;
  • Chiarezza nelle competenze degli enti coinvolti;
  • Stato di funzionamento dei depuratori;
  • Individuazione e mappatura degli scarichi abusivi;
  • Monitoraggio degli interventi programmati e delle somme stanziate per la loro attuazione;
  • Proposizione di ulteriori interventi ed iniziative per migliorare la qualità del mare abruzzese.

«In primis», dice Ezio Ardizzi, numero uno di Confcommercio, affiancato da Loredana Di Paola di Marelibero e Forum Acqua e da Nicoletta Di Francesco del Wwf, «il tavolo intende rivendicare è la necessità della massima trasparenza dei dati inerenti la qualità delle acque e la chiarezza circa le competenze dei vari Enti che a vario titolo hanno un ruolo al riguardo. Circa il primo punto va attuato quanto previsto dall’articolo 22 della legge regionale numero 31/2010 che prevede che le Province e l’Arta devono obbligatoriamente pubblicare ogni quattro mesi su internet i dati delle analisi dei depuratori e che le Province ogni anno devono pubblicare, sempre su Internet, le sanzioni, eventualmente comminate, per il mancato funzionamento degli stessi. A oggi nulla di tutto ciò è stato attuato. Circa il secondo punto ognuno deve assumersi precise responsabilità per quelle che sono le proprie competenze in materia di qualità delle acque senza cercare di confondere le idee e senza sconfinare in campi altrui. In pratica l’Arta deve pensare a effettuare le analisi e pubblicare puntualmente i dati, l’Aca a garantire il buon funzionamento dei depuratori e la regione a classificare le acque ed eventualmente a commentare la situazione».

Confcommercio e associazioni chiedono anche che vengano individuati tutti gli scarichi abusivi che inquinano i nostri fiumi e il nostro mare e che la Regione individui le risorse per interventi concreti che possano restituire all’Abruzzo una qualità delle acque all’altezza degli standard richiesti.

«A livello europeo la qualità dell’acqua del nostro mare», aggiunge Di Paola, «è considerata scarsa. Inoltre ognuno di noi paga nella bolletta dell’Aca un 30 per cento per i depuratori, vorremmo sapere come vengono investiti quei soldi».

Confcommercio e ambientalisti infine annunciano l’intenzione di provare a formare una class action contro l’Arta per chiedere i danni subiti dal turismo, ma anche denunce contro chi non rispetterà la legge: «Se venisse condannata a pagare un milione di euro, potremmo investire quel denaro in pubblicità positiva per il nostro mare».

«Il marchio di “Regione Verde”», sottolinea Di Francesco, «è uno dei pochi se non l’unico sul quale l’Abruzzo può davvero contare per il proprio rilancio. Danneggiare questo marchio con comportamenti e scelte inappropriate è delittuoso. L’inquinamento, che danneggia l’ambiente, e di conseguenza anche la qualità della nostra vita, è invece un problema che va affrontato dodici mesi l’anno con normative chiare, rispetto pieno di queste stesse normative e controlli accurati. Questo Tavolo vuole occuparsi del problema a tempo pieno, sino ad arrivare a una soluzione».