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Rancitelli, la polizia arresta coniugi che avevano in casa un chilo di droga

Un chilo di droga, tra cocaina ed eroina, suddivisa in involucri di vario peso. Questo il quantitativo di stupefacenti che una coppia di coniugi rom aveva abilmente occultato all’interno di una nicchia, mimetizzata da una mattonella, ricavata sotto il pavimento di uno stanzino posto nel retro dell’abitazione in via Sacco.

A rinvenire la droga è stata la sezione antidroga della squadra mobile della questura di Pescara con la sezione Cinofili della squadra volante.

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La squadra mobile, guidata da Pierfrancesco Muriana, ha così tratto in arresto M.N. 44 anni, nato a Vasto e sua moglie B.S., 45 anni, nata a Minturno (Latina) entrambi residenti a Pescara. L’uomo è stato trasferito al carcere di Pescara, mentre la donna in quello di Chieti, su disposizione dell’autorità giudiziaria.

Tali arresti si inseriscono nell’ambito di una più vasta inchiesta condotta dalla Procura di Pescara e coordinata dal pm Mirvana Di Serio su un consistente traffico di droga proveniente dalla Puglia e dall’Albania. Le indagini vanno avanti dal 2012 e hanno portato all’arresto di altre cinque persone, 4 albanesi e un italiano. È stato anche sequestrato un carico di 14 chili di paracetamolo, sostanza utile alla raffinazione dell’eroina. La polizia ha anche rinvenuto una strumentazione in grado di rilevare la presenza di microspie o cimici. Non a caso le indagini sono state più complicate del previsto. Il carico sequestrato ha un valore di circa 50.000 euro ed era destinato principalmente alla ‘piazza’ di Pescara.

«Gli arresti sono solo un passaggio di un percorso investigativo», rivela Muriana, «ed è palese l’esistenza di un legame tra le famiglie rom dedite al narcotraffico e l’Albania. La centrale dello spaccio resta a Rancitelli nel quadrilatero via Tavo, Via Sacco, via Stradonetto e la Tiburtina con queste famiglie che smistano verso il piccolo e medio spaccio. Ma noi non molliamo la presa di prevenzione e repressione nella zona, soprattutto per le tante persone perbene che vivono in quel rione».