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Porto di Pescara abbandonato: la denuncia degli operatori [FOTO]

Banchine in stato di abbandono al porto di Pescara: questo il grido d’allarme degli operatori portuali sulla situazione in cui versa la struttura, documentate da apposite immagini scattate nell’area in questione e che documentano lo stato attuale.
Per vedere la galleria di foto, clicca sull’immagine qui di seguito:

porto pescara 2016

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Lo stato di abbandono, stando a quanto dichiarato dagli operatori portuali, sarebbe sopraggiunto negli ultimi anni, dopo che il porto, negli anni passati, era stato teatro di un viavai di navi turistiche e commerciali e attività di pesca.

I fondali ormai si sono ridotti talmente che ormeggiano soltanto pescherecci e in determinate condizioni e con carichi parziali una sola Petroliera che rifornisce di combustibile le nostra regione.
Si sta procedendo ad un dragaggio che servirà a zittire qualcuno per pochi giorni e che non otterrà nulla di significativo, soltanto spese per i contribuenti.

Questa la situazione attuale descritta dagli operatori portuali, i quali analizzano quanto avvenuto in questa maniera:

Il Porto di Pescara anche se non lo si vuole ammettere è chiuso da anni, chiunque abbia una esperienza di porti potrebbe constatare che l’operatività è praticamente bloccata. Le attività che insistono sul porto dopo una lunga agonia hanno chiuso i battenti licenziando i dipendenti che in silenzio hanno lasciato i propri lavori un tempo redditizi. Dai centomila passeggeri l’anno, dai traghetti per la Croazia , dalle navi da Crociera che potevano arrivare in città con le nuove banchine siamo in queste penose condizioni.
Sono passati anni, si sono succedute amministrazioni di tutti i colori politici ma a tutt’oggi non si è risolto nulla. Si continua a litigare fra le parti a ostacolarsi a vicenda affinché tutto rimanga fermo, immobile, così come tutto in questa città dormiente, che aspetta che arrivi qualcuno o qualcosa dall’alto per potersi mettere all’opera.
Invece di istituire un patto di ferro fra coalizioni politiche, fra operatori, fra interessi forti ,per poter far si che ci sia uno sviluppo concreto indirizzato verso un piano turistico globale di ospitalità, si campicchia fra i litigi vari dei nostri esponenti politici e dei vari membri dei comitati cittadini, senza che ci sia un vero progetto di fondo.
Abbiamo ormai appurato che la ns. città non avendo un tessuto industriale e culturale evoluto ,ha come peculiarità l’ospitalità ,potendo offrire chilometri si spiagge dorate, sole per 5 mesi , verdi colline montagne a meno di 1 ora.

E la domanda che pone Gianni Leardi, operatore portuale firmatario della lettera, è “Perché rimanere fermi in questo stato di improvvisazione?”.
Lo scenario italiano, sempre a detta degli operatori, proporrebbe situazioni nelle quali le problematiche sono state gestite in maniera costruttiva, e avrebbero dato vita a realtà floride:

Abbiamo esempi di altre città che si affacciano sull’Adriatico come Ancona e Bari che hanno rivolto i loro sguardi già da tempo sui loro porti e aeroporti come veicolo peculiare per un’offerta turistica che comprende crociere, traghetti trasporti marittimi ed aerei, registrando affluenze di svariati milioni di passeggeri che insistono e usufruiscono dei servizi messi loro a disposizione e non hanno nulla meno di noi. Ci hanno creduto, hanno avuto la fortuna e la capacità di eleggere amministratori che hanno messo da parte i conflitti fra le parti, remando all’unisono e avendo come unica meta quello di far crescere le città e di poter offrire ai propri cittadini un motivo di arricchimento culturale e materiale.

All’analisi di quanto avvenuto ad Ancona e Bari, si aggiunge una constatazione di quanto invece successo a Pescara, con un auspicio anche per il prossimo futuro:

La cosa che non capiamo è questo assurdo silenzio che avvolge la problematica legata al Porto.
È stata smantellata una realtà lavorativa che non aveva bisogno di alcun sostegno, costituita da impianti meccanici, maestranze portuali, operatori marittimi, agenzie turistiche, agenzie portuali e marittime e doganali che era ci era invidiata in Adriatico.
In altre località, probabilmente più evolute, si griderebbe allo scandalo, si dimetterebbero i più importanti amministratori, qui a Pescara tutto tace, se provi a chiedere risposte concrete nessuno è disponibile. La risposta è sempre la stessa: bisogna aspettare!
Il mondo è cambiato si procede a velocità mostruose. Chi si ferma è perduto,
Svegliamoci che è già tardi!


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