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Percorso pista ciclabile, le aziende: spostate il percorso o saremo costrette a chiudere

Il punto della situazione sulla pista ciclabile che dovrà collegare Pescara a Sambuceto a pochi giorni dal verdetto del Tar, il quale dovrebbe pronunciarsi esattamente il 29 gennaio prossimo.
In ballo c’è il destino di due aziende, ossia l’officina meccanica Vamar Srl e la Soget Srl autotrasporti.

Per entrambe le ditte il passaggio della pista all’interno delle loro rispettive proprietà potrebbe significare la cessazione delle attività stesse, con ripercussioni dirette anche sulle 50 famiglie dei relativi dipendenti, che si ritroverebbero senza lavoro.
I vertici delle aziende hanno ribadito di non essere contrari alla pista ciclabile o alle opere in genere, ma allo stesso tempo si sono detti convinti che le opere debbano convivere con quello che hanno attorno e non distruggerlo.

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Per tale motivo le aziende hanno proposto lo spostamento del percorso della pista ciclabile con la modifica del progetto in corso d’opera.
La richiesta, in questo caso, è quella di spostare il tracciato per le bici di qualche metro, riposizionandolo nel percorso originario sul vecchio “corridoio verde”, ossia su terreni agricoli.

Ciò non comporterebbe nessuno stravolgimento al progetto e costerebbe pochissimo. Al contrario, mantenendo il percorso così come è adesso, vorrebbe dire decretare la morte certa delle due aziende, e allo stesso tempo, fanno sapere i vertici aziendali, il Comune di Pescara si vedrebbe costretto a indennizzare le aziende destinate alla chiusura per l’enorme danno causato loro.

Le soluzioni proposte dalle due aziende coinvolte hanno trovato il sostegno di diverse forze politiche, con lo stesso governatore D’Alfonso che ha pubblicamente annunciato di voler trovare una soluzione effettuando delle eventuali modifiche al progetto.
Dal canto loro, le aziende hanno annunciato di non voler rimanere “inermi” di fronte a quella che ritengono un’ingiustizia, e che faranno tutto il possibile per cercare di uscire fuori da tale situazione, pronti anche a ricorrere all’eventuale intermediazione del Prefetto di Pescara.