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Mare non balneabile, Cittadinanzattiva: «Colpa delle acque superinquinate del fiume»

Il problema dell’inquinamento del mare di è dovuto alle «acque superinquinate» del fiume Pescara. A sottolinearlo è l’associazione Cittadinanzattiva che ricorda come le acque del fiume, riflesse dalla diga foranea, vengano deviate, per il gioco delle correnti e dei venti, verso la spiaggia e si mescolano alle acque del mare diminuendone la salinità e la temperatura; la carica batterica, man mano che aumenta la diluizione, tende a esaurirsi grazie anche al potere battericida della salinità.

Cittadinanzattiva cerca anche di spiegare la motivazione per la quale le acque del fiume siano così inquinate: «Analisi delle acque del fiume effettuate su campioni prelevati al confine del territorio pescarese, cioè a monte del depuratore, mostrano l’esistenza di una forma di inquinamento persistente. Le contestuali analisi fatte alla foce del fiume mostrano a volte la drastica riduzione dell’inquinamento, a volte il suo aumento esponenziale e, di conseguenza,una bassa o una elevata carica batterica anche sulle acque marine. Ciò significa che, se non ci sono immissioni nel fiume di elevate portate di acque fognarie provenienti da Pescara, la carica batterica tende ad esaurirsi, spontaneamente, per il potere auto depurante del fiume».

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Per Cittadinanzattiva è inaccettabile che l’Amministrazione comunale cerchi di far credere di avere risolto i problemi dell’inquinamento del fiume e del mare esaltando la scoperta o la chiusura dello scarico abusivo di una villa o di un piccolo condominio. Ci vogliono ben altre immissioni per inquinare il fiume Pescara che ha una portata, nel periodo estivo di magra, di almeno 25mila litri al secondo. Le variazioni sostanziali e ripetute di concentrazione batterica, di provenienza fognaria, riscontrate nei campioni di acqua del fiume e del mare, sono spiegabili solo con la immissione massiccia, saltuaria, nel fiume Pescara delle acque di fogna trasportate dai grandi collettori al depuratore. Non si possono più tollerare bugie ed omissioni da parte di chi gestisce la cosa pubblica che andrebbe chiamato in giudizio per danno temuto. Al cittadino non è purtroppo consentito altro che protestare tramite le proprie associazioni e non corrispondere più canoni non dovuti per mancanza di erogazione del servizio corrispondente».