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Malori nelle scuole, per la Cir Food il batterio arriva dall’acqua

«I sopralluoghi di verifica ispettiva effettuati dai Nas e dalla Azienda Unità Sanitaria di Pescara nel centro di cottura “Giardino” e il centro di cottura “Carducci” hanno rilevato la piena conformità del rispetto delle norme igieniche (pulizia e disinfezione degli ambienti e delle attrezzature), delle procedure di autocontrollo e delle relative schede di monitoraggio».

A scriverlo è la Cir Food che si occupa della refezione nelle scuole dove bambini e insegnanti sono stati colpiti dal batterio che li ha costretti a ricorrere alle cure ospedaliere nei giorni scorsi. L’azienda risponde così alla decisione del sindaco Marco Alessandrini che con un’ordinanza ha deciso la sospensione cautelativa del servizio di refezione in tutte le scuole pubbliche del Comune gestito dalla Ati tra Cir Food e BioRistoro Italia.

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Nella nota, la Cir Food scrive inoltre che «giornate di lunedì 4 e martedì 5 giugno, dal centro di cottura “Giardino” e dal centro di cottura “Carducci” sono stati prelevati dagli Organi Ufficiali di Controllo dei campioni di acqua di rubinetto, dei pasti-campione rappresentativi della produzione della settimana antecedente, oltre a varie materie prime utilizzate per la preparazione, che sono stati inviati per analisi all’Istituto Zooprofilattico di Teramo. Al momento, su indicazione dell’Autorità Pubblica, i campioni ancora non sono stati sottoposti ad analisi. Episodi epidemici di infezione da Campylobacter sono associati prevalentemente al consumo di acqua o latte contaminati, alimenti a rischio consumati crudi e, occasionalmente, a carne di pollo. Mentre il contagio diretto da uomo a uomo è piuttosto raro. Vista l’ordinanza del Comune di Pescara del 5 Ottobre 2017, in cui, recentemente, si è vietato l’utilizzo dell’acqua destinata al consumo umano (per usi potabili, per l’incorporazione negli alimenti e come bevanda) per le utenze in distribuzione nel plesso scolastico di via Cerulli e nel plesso scolastico di via di Sotto nella città di Pescara, è ragionevole pensare che episodi epidemici dell’infezione rilevata non siano da associare ai cibi somministrati dalla società».