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Mare, sversamenti e inquinamento: le soluzioni dei balneatori per risolvere i problemi

Una serie di soluzioni per cercare di evitare possibili nuovi sversamenti in mare, e per affrontare in maniera risolutiva le possibili criticità legate al fiume e al mare Adriatico.
Questo è, in estrema sintesi, ciò che emerge da parte del Sib Confcommercio in riferimento a quanto avvenuto negli ultimi giorni.

I sindacato dei balneatori ha infatti fatto il punto della situazione in merito all’allarme “inquinamento” del mare di Pescara, con l’obiettivo di trovare soluzioni al problema.
Il presidente del Sib Abruzzo, Riccardo Padovano, ha pertanto ripercorso le “tappe” della vicenda, partendo dalla rottura della condotta fognaria di fine luglio scorso che ha provocato lo sversamento in mare di 25 milioni di litri di acqua inquinata nel versante Nord della riviera pescarese, passando poi per la questione relativa all’ordinanza del sindaco e alle conseguenti polemiche scatenatesi nei giorni successivi.

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Secondo Padovano non è possibile far continuare a credere che l’acqua del mare a Pescara sia inquinata poiché, anche in base ai dati Arta (l’Agenzia regionale della tutela ambientale), l’emergenza sarebbe rientrata.
E questo anche grazie all’intervento della stessa agenzia e dell’Aca che, per contenere la carica batterica, hanno provveduto all’immissione in mare di acido peracetico (oltre 350 litri) che ha contribuito a contenere di molto la carica di inquinamento; il picco sarebbe stato pertanto superato solamente nella notte tra il 28 e 29 luglio in un tratto limitato nella riviera Nord.

In riferimento a tale episodio i balneatori hanno sottolineato come una delle possibili soluzioni potrebbe essere quella di dotare il territorio di Pescara e il fiume di una rete idrica più sicura e affidabile, e allo stesso tempo di combattere gli sversamenti abusivi in maniera decisa.
Per quanto riguarda l’episodio di fine luglio scorso, per il presidente del Sib si è trattato di

«un incidente, se vogliamo di una fatalità, che è conseguenza della frana che il 6 aprile, vicino al cementificio ha rotto la conduttura, obbligando a deviare le acque nere sulla vecchia rete, inutilizzata degli anni ’70, calibrata per soli 70 mila abitanti. Inevitabili insomma le rotture che si sono verificate, in attesa che si concludano i lavori per ripristinare la nuova conduttura.
Abbiamo già scritto una lettera all’Aca, chiedendo urgenti investimenti finalizzati al potenziamento della reti fognare di Pescara, con la separazione tra acque bianche e le acqua nere, dove questa non esiste. Bisogna poi monitorare i numerosi scoli lungo il fiume, fino alle gole di Popoli, solo in teoria di acque bianche, e dove ci sono anche parecchi sversamenti abusivi, che poi arrivano al nostro mare. Noi balneatori paghiamo alti canoni legati alla depurazione in base all’acqua che consumiamo, e questi soldi pretendiamo che vengano utilizzati per questi interventi».

L’annuncio dei balneatori riguarda inoltre l’ipotesi di intervenire in maniera diretta per cercare di trovare una soluzione al problema, anche attraverso l’autofinanziamento di opere per la messa in sicurezza idraulica:

«A Bibbione, in Veneto, centro da 8 mila abitanti d’inverno che arriva a fa 8 milioni di presenze in estate, titolari di alberghi, stabilimenti balneari e campeggi si stanno adoperando a proprie spese per riqualificare il tratto di mare in questione nel loro comune.
Noi siamo pronti a fare altrettanto, impegnando di tasca nostra ben 40 milioni di euro. Sono previsti tra varie cose, l’intubamento delle acque bianche a 300 metri dalla costa per evitare sversamenti imprevisti. Intubamento protetto da un pontile che sarà percorribile. Intendiamo riplasmare le scogliere fino al livello del mare, per aumentare il ricircolo dell’acqua. A Montesilvano sono previste azioni di risanamento del fiume Saline, con realizzazione di moli guardiani, per far sversare l’acqua dolce al largo.
I soldi, lo abbiamo già spiegato all’assessore regionale Mario Mazzocca, e al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, li mettiamo noi, alla politica chiediamo solo di non metterci i bastoni tra le ruote, e di semplificare gli iter burocratici».

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