Cinque anni di reclusione per il professore protagonista del processo sui presunti esami truccati all’università d’Annunzio: questa è la richiesta del pm Valentina D’Agostino nei confronti di L.P., docente di tecnica bancaria e professionale dell’ateneo di Chieti–Pescara, che dovrà rispondere delle accuse di corruzione e falso ideologico.
Stando a quanto sostenuto dall’accusa, il professore avrebbe accettato dal sindaco di Manfredonia, A.R. (il quale risulta a sua volta imputato in un processo parallelo,
“la promessa di 50 mila euro (nonché il finanziamento di ulteriori somme necessarie a L.P. per riacquistare l’immobile dei familiari, o, comunque, l’impegno di A.R. ad acquistare l’immobile anticipandone il prezzo) per fare ottenere ad A.R. il superamento degli esami universitari”.
Sempre nella stessa vicenda altre due persone sono state già giudicate dal gup con rito abbreviato, e in particolare
- N.D.M., docente di inglese della Facoltà di Scienze Manageriali, è stato condannato per falso a 5 mesi e 10 giorni;
- M. T., componente della commissione e sottoscrittrice del verbale relativo all’esame orale di Lingua Inglese II del 26 giugno 2012, è stata assolta dall’accusa di falso.
Il procedimento parallelo a carico di A.R., di J.T., compagna del docente L.P., e di D. è invece ancora in corso di svolgimento.
Il pubblico ministero, nella sua requisitoria davanti al Tribunale collegiale di Pescara, in riferimento a quanto contestato a L.P., ha dichiarato che:
Sono fatti gravi, che violano in maniera spudorata beni tutelati dalle norme quali la trasparenza e la serietà della pubblica amministrazione La personalità di L.P. delinea la figura di un uomo che ha agito in spregio alle più elementari regole di imparzialità, lealtà e correttezza.