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Cambiamenti climatici e riscaldamento globale, Pescara e Montesilvano rischiano di finire sott’acqua

Una buona parte della città di Pescara potrebbe finire sommersa dall’acqua tra qualche decennio. Purtroppo non è la trama di un un film di fantascienza ma la realtà che potrebbe concretizzarsi nel caso in cui non si ponga un freno ai cambiamenti climatici in atto e al conseguente riscaldamento globale.

Proprio il riscaldamento della Terra, in base allo scenario profilato dal Climate Central, un’organizzazione americana sui cambiamenti climatici, sulla base di rigorose pubblicazioni scientifiche comparse anche anche sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Science (Pnas) statunitense, potrebbe provocare un innalzamento del livello dei mari che porterebbe molte città costiere del mondo, comprese Pescara e quelle abruzzesi, a finire letteralmente sott’acqua.

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Come segnala il Forum H2O, lo strumento messo a disposizione da Climate Central (http://sealevel.climatecentral.org/) consente finalmente di comparare e di visualizzare per il grande pubblico le conseguenze di diversi scenari emissivi o di aumento della temperatura sul livello medio marino e sulle coste. Mette a confronto l’impatto delle scelte di riduzione dei gas clima-alteranti (ad esempio, comparando uno scenario “business as usual” con l’aumento incontrollato delle emissioni con quello di un taglio netto immediato) oppure del livello di aumento della temperatura media globale (ad esempio, confrontando cosa avviene con un aumento di 1,5 gradi rispetto ad un aumento di 4 gradi).

«L’innalzamento del livello medio marino», fa notare Augusto De Sanctis, «è già in atto ed è un fenomeno che ha una certa inerzia. In ogni caso i processi sono stati già innescati e le mappe fanno comprendere immediatamente come gli obiettivi di riduzione delle emissioni devono essere assolutamente più ambiziosi per evitare la catastrofe climatica. Con i 2 gradi di aumento “concordati”, come è possibile osservare facilmente nelle mappe, la costa abruzzese diverrebbe invivibile per larghe aree. L’ennesima conferma che le nostre lotte contro la deriva petrolifera sono fondamentali per evitare un disastro irreparabile. Bisogna fermare progetti insensati come quello di Bomba e le altre attività di ricerca di idrocarburi in Adriatico e diminuire drasticamente da subito il consumo di combustibili fossili con politiche adeguate».