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Bancarotta fraudolenta, Tortuga sotto sequestro ma aperto: 8 arresti e 22 persone indagate

Bancarotta fraudolenta, emissione di fatture false per 13 milioni di euro, e imposte evase per 6 milioni di euro: queste le accuse che alle prime ore di oggi, mercoledì 2 settembre 2015, hanno portato all’arresto di otto persone e al sequestro preventivo di conti e immobili, tra i quali figurerebbe anche il “Tortuga“, noto locale della riviera (la cui attività proseguirà però regolarmente, non a caso la struttura è aperta al pubblico sia per il servizio spiaggia che per il ristorante, sia a pranzo che a cena).

A compiere il blitz, circa cinquanta uomini della polizia e della guardia di finanza.

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Per quanto concerne gli otto indagati, a cinque di loro è stata notificata la misura cautelare dei domiciliari, mentre per gli altri tre si sono aperte le porte del carcere.
Interdette inoltre dalla professione di commercialista due persone.

Tutti i coinvolti, stando all’esito delle indagini condotte da fiamme gialle e polizia, avrebbero creato una vera e propria organizzazione criminale al cui capo ci sarebbe un imprenditore di Montesilvano.
L’organizzazione, stando a quanto trapelato, avrebbe acquisito aziende in crisi, svuotandole dei beni e conducendole al fallimento; il tutto sarebbe stato compiuto dopo aver occultato le scritture contabili, trasferito la sede all’estero e aver ceduto l’intero capitale sociale a prestanomi anche stranieri compiacenti.

Oltre a ciò, sarebbero state effettuate fittizie cessioni di beni strumentali al fine di generare crediti di imposta utilizzati per non pagare le tasse.
Attraverso un articolato sistema sarebbero state inoltre emesse fatture false per circa 13 milioni di euro.

Alla luce di quanto emerso, ben 21 persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Chieti.
Queste ultime dovranno rispondere, a vario titolo, del reato associativo finalizzato alla frode fiscale e alla bancarotta fraudolenta per distrazione.

Disposto inoltre il sequestro preventivo di 43 rapporti bancari e di 48 unità immobiliari riconducibili a società e persone indagate.