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Abbigliamento falso nel mercatino sgomberato della stazione, 10 arresti e 65mila capi sequestrati [FOTO]

Quindici ordinanze di misura cautelare nei confronti di altrettante persone ritenute i promotori di una organizzazione criminale composta da italiani, senegalesi e da un marocchino, specializzata nel mercato del falso e 65mila capi di abbigliamento, accessori ed etichette contraffatti sequestrati.

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sequestro capi di abbigliamento contraffatti guardia di finanza pescara (1)

Questi i principali risultati di un’operazione, denominata “Bazar”, messa in piedi dalla Guardia di Finanza di Pescara nei confronti di una banda di criminali dedita alla contraffazione con base operative a Pescara e attiva sia in Abruzzo che nel resto del Paese. Ottanta finanzieri sono entrati in azione questa mattina all’alba, giovedì 9 marzo, allo scopo di eseguire il provvedimento emesso dal Gip (giudice per le indagini preliminari) del tribunale dell’Aquila Guendalina Buccella, su richiesta dei sostituti procuratori Fabio Picuti, della Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila, e Andrea Papalia, della Procura della Repubblica di Pescara,  per interventi a Pescara, Montesilvano, Napoli, Acerra, San Giuseppe Vesuviano, Porto Sant’Elpidio, Bugnara e Orsogna.

L’indagine delle Fiamme Gialle, durata circa 2 anni, ha portato alla denuncia di 41 persone per reati legati alla contraffazione partendo dal presupposto di voler contrastare il fenomeno della contraffazione ed dell’abusivismo commerciale con la repressione del mercato del falso, molto presente in città, sia nelle vie centrali che sul lungomare. L’attività è stata avviata monitorando alcuni venditori ambulanti che operavano nel mercatino dei senegalesi nei pressi della stazione centrale ferroviaria sgomberato l’estate scorsa.

Il mercatino fungeva da vetrina della merce contraffatta, da punto vendita della stessa, che veniva scelta e anche provata dai clienti in improvvisati camerini tra le bancarelle o nel tunnel della stazione, e da magazzino della merce falsa, in parte stoccata all’interno di autovetture parcheggiate nei dintorni.

Grazie all’ausilio delle intercettazioni telefoniche e delle localizzazioni satellitari, i finanzieri della Compagnia di Pescara sono riusciti a ricostruire l’intera catena logistica, organizzativa e strutturale della filiera illecita con tanto di canali di approvvigionamento e distretti industriali del falso.

Il primo composto esclusivamente da campani, operanti su tutto il territorio nazionale attraverso la produzione e la distribuzione di merce contraffatta, capi di abbigliamento e scarpe riproducenti marchi di famose griffe come Hogan, Nike, Adidas. Il secondo, costituito prevalentemente da senegalesi, supportati e in associazione con i predetti campani, dediti alla fabbricazione di etichette da applicare su capi di abbigliamento e accessori moda, per il confezionamento di capi griffati destinati ad alimentare il mercato del falso sull’intero litorale adriatico.

La banda di criminali era strutturata in base a un modello organizzativo “piramidale”, con al vertice cittadini senegalesi e campani che si servivano di laboratori clandestini per la produzione non solo di capi e accessori moda “taroccati”, riportanti i marchi più rinomati “Dolce&Gabbana”, “Gucci”, “Fendi”, “Liu-jo”, “Louis Vuitton”, “Burberry”, “Armani”, “Hogan” “Prada”, ma anche di etichette, indispensabili per confezionare e riprodurre capi contraffatti. L’organizzazione, ispirata a criteri imprenditoriali, era in grado di approvvigionare grosse quantità sia di prodotti già confezionati, pronti per la vendita, sia di etichette ed accessori vari che poi dovevano essere assemblati in piccoli laboratori abusivi, anche casalinghi, dislocati sul territorio.

In totale sono stati sequestrati, in diversi laboratori clandestini, oltre 65mila capi, accessori ed etichette contraffatti che, secondo le ricostruzioni e a prezzo di mercato, avrebbero fruttato all’organizzazione circa 2 milioni di euro. L’operazione di questa mattina ha interessato 15 responsabili: 10 sono stati arrestati, quasi tutti già noti alle forze dell’ordine, uno trasferito al carcere San Donato di Pescara e 9 posti ai domiciliari, e 2 colpiti da obbligo di dimora nel comune di residenza. Sono tuttora ricercati 3 senegalesi, di cui 2 non in regola ai fini del soggiorno sul territorio nazionale. Dovranno rispondere, a vario titolo ed in associazione, di ricettazione, contraffazione e commercio di prodotti con segni falsi.