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Tragedia di Rigopiano, indagata anche la funzionaria della Prefettura

La Procura di Pescara, nell’ambito dell’inchiesta sulla tragedia dell’hotel Rigopiano, ha iscritto una nuova persona nel registro degli indagati. Si tratta della funzionaria che rispose al telefono sottovalutando sia la reale situazione che le richieste di aiuto.

La funzionaria, assistita dai legali Giacomo Di Francesco e Manuel Sciolè, è stata interrogata ieri, mercoledì 14 marzo, dai carabinieri forestali di Pescara. Le accuse sono per il reato di lesioni colpose in concorso.

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Nel mirino dei militari dell’Arma  la telefonata allegata a una informativa dei carabinieri forestali dello scorso 30 ottobre. Una conversazione telefonica nella quale un carabiniere chiede alla sala operativa della prefettura notizie sul crollo dell’hotel Rigopiano e, si legge nell’informativa, la funzionaria risponde: «Ma l’Hotel Rigopiano è stato fatto stamattina».

La donna si è difesa dicendo di aver fornito quella risposta perché il 118 aveva segnalato alla sala operativa della prefettura che la notizia del crollo era già stata verificata e risultava infondata.

Nell’inchiesta, condotta dal procuratore capo di Pescara Massimiliano Serpi e del sostituto Andrea Papalia, sono coinvolti 23 indagati, tra i quali il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, il presidente della Provincia Antonio Di Marco e l’ex prefetto Francesco Provolo.

I reati ipotizzati vanno dal crollo di costruzioni o altri disastri colposi, all’omicidio e lesioni colpose, all’abuso d’ufficio e al falso ideologico, alla rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.