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Villa Raspa, venditori porta a porta rubano in casa di un anziano disabile: arrestati

Furto in abitazione in concorso e tentato furto di autovettura: questi i reati per i quali sono stati arrestati, in flagranza, due giovani nella serata di ieri, mercoledì 18 maggio, a Villa Raspa di Spoltore.
L’episodio si è verificato in un appartamento della frazione della cittadina del Pescarese, e ha avuto come protagonisti L.P., di 18 anni, e A.P.M., di 23 anni, entrambi della provincia di Foggia e già noti alle autorità.

I due, regolari procacciatori di contratti porta a porta per una nota compagnia di servizi, avrebbero rubato le chiavi dell’auto all’interno dell’abitazione di un anziano disabile, tentando poi di salire sul mezzo, prima di essere bloccati e arrestati da parte di carabinieri del Nor di Pescara e di Spoltore.
Tutto ha avuto inizio quando un carabiniere libero dal servizio che abita nello stesso dell’anziano, ha notato dei movimenti sospetti da parte dei due giovanissimi venditori porta a porta.

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Il militare, senza farsi notare, ha seguito i movimenti dei due, e nel frattempo ha allertato i colleghi del 112.
Poco dopo i due sono usciti dall’appartamento e si sono diretti verso un’auto parcheggiata nel condominio.

Prima che riuscissero a salire in macchina, i carabinieri sono intervenuti.
Alla vista dei militari uno dei due ladri avrebbe tentato di disfarsi delle chiavi, le quali sono state però rinvenute sotto l’auto.

I carabinieri hanno così ricostruito la vicenda: i due giovani, approfittando di un attimo di distrazione dell’anziano, affetto da disabilità, avrebbero prelevato le chiavi dell’auto poggiate su un mobile all’ingresso dell’abitazione.
Subito dopo avrebbero tentato di completare il colpo salendo in macchina.

Il 18enne e il 23enne sono stati pertanto arrestati e nella mattinata odierna condotti davanti al giudice per la convalida.
Questo il commento del capitano Claudio Scarponi, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Pescara, sulla vicenda:

«L’arresto è l’occasione per sensibilizzare le persone, in particolare quelle più vulnerabili, ad aprire con particolare attenzione a sconosciuti, e nel dubbio non farlo affatto specie se si è soli.
Le truffe “porta a porta” o fatte con telefonate di finti avvocati o appartenenti alle forze di polizia che chiedono soldi per sistemare incidenti, oltre al danno economico, colpiscono profondamente l’autostima della vittima, ferendola così due volte.
Solo con una intensa attività di informazione e sensibilizzazione, condotta in collaborazione con le cittadinanza, tali odiosi reati possono essere arginati efficacemente».