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Elettrodotto Villanova-Gissi, Forum Acqua: «Bloccare un’opera inutile e rischiosa»

Sette i punti del terzo dossier redatto dal Forum dell’Acqua sull’elettrodotto Villanova-Gissi, un’opera che il Forum ritiene inutile e rischiosa.

Tra i punti più critici che vengono segnalati ci sono sicuramente i 50 sostegni dell’elettrodotto posti in aree a rischio idrogeologico e l’opera che sarebbe realizza senza la necessaria documentazione che doveva essere consegnata al momento della redazione del progetto esecutivo, come evidenziato dal Servizio Difesa del Suolo della Regione Abruzzo: «Per noi del Forum è un fatto gravissimo in un paese le cui opere pubbliche crollano ogni volta che piove».

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Il primo punto del dossier riguarda i rischi ambientali dell’opera, con il Forum che segnala come il Servizio difesa del suolo della Regione Abruzzo abbia evidenziato gravissime inadempienze e carenze sul rispetto di due importanti prescrizioni del Decreto ministeriale, quella relativa agli studi geologici e alla realizzazione delle indagini geotecniche e quella relativa alla prevenzione del rischio di inquinamento delle falde durante le perforazioni e la realizzazione delle fondazioni dei piloni.

Il secondo punto è relativo alla verifica della qualità delle rocce e delle terre da scavo per le quali il Forum segnala come i metodi di prelievo dei campioni non sono corrispondenti a quelli prescritti in questi casi (in particolare il terreno è stato frammentato in piccoli pezzi sul campo e come in diversi casi i campioni siano stati portati in laboratorio a mesi di distanza dal prelievo in contrasto con le metodologie di analisi prescritte a livello nazionale e internazionale anche se per Ministero e Arta sia tutto ok.

Al terzo punto si ricorda come la Regione Abruzzo avesse l’onere della sorveglianza per 10 prescrizioni, ma la delibera è del 6 maggio 2015 quando l’avvio dei lavori è del 5 maggio del 2014.

Al quarto punto: una delle prescrizioni del Decreto era quella relativa all’interruzione precauzionale dei lavori in periodo riproduttivo degli uccelli nel sito dii Interesse comunitario di Mozzagrogna sul fiume Sangro. Stiamo parlando di specie rarissime e tutelate ai massimi livelli europei. Intanto il Piano dei monitoraggi doveva essere consegnato prima dei lavori affinché gli enti potessero valutarne la validità (ad esempio, quanti rilievi fare; quali metodi di censimento impiegare). Gli enti, invece, si trovano ad esaminare il fatto compiuto e, cioè dati raccolti da Terna nella stagione riproduttiva 2014 secondo metodi non sottoposti al vaglio degli enti.

Al quinto punto si analizza l’ottemperanza sull’impatto paesaggistico fatta su piloni diversi, con Terna che ha prima cambiato il progetto approvato in sede ministeriale introducendo i piloni monostelo (pieni) al posto di quelli classici a traliccio. Due tipologie completamente diverse rispetto all’impatto paesaggistico. Stiamo parlando di strutture alte 60 metri visibili da chilometri. La prima è una struttura più sottile ma opaca in quanto piena; l’altra larga ma più permeabile allo sguardo. In quei mesi Terna ha inviato la documentazione per l’ottemperanza sull’impatto sul paesaggio allegando simulazioni con i monostelo. Poi, una volta che il Forum si è accorto dell’introduzione unilaterale da parte di Terna di questa tipologia, il progetto è stato cambiato tornando in larga parte ai sostegni classici a traliccio. Nel frattempo il Ministero dell’Ambiente non si è accorto di nulla e ha approvato l’ottemperanza alla prescrizione sull’impatto paesaggistico con i rendering dei monostelo che in larga parte non ci sono più!

Al sesto punto c’è la critica alla tipologia di fondazioni utilizzate: Terna aveva realizzato sul campo diverse fondazioni adatte ai sostegni monostelo, sostanzialmente una corona centrale su una platea di cemento. Si tratta di fondazioni con pali che entrano nel terreno per decine di metri. Con il ritorno ai tralicci classici queste fondazioni sono diventate inutili in quanto questi si appoggiano a fondazioni sui quattro angoli. Il cemento inutile delle platee per i monosteli sono state eliminate, in quanto non previste dal progetto approvato? No! Sono state lasciate e sono oggi “inglobate” formando quello che è probabilmente un vero e proprio inedito ingegneristico a scala nazionale e forse internazionale.

Al settimo punto il Forum Acqua ricorda come non fosse stato il solo ad accorgersi della difformità tra progetto approvato e opere in esecuzione. A maggio 2015 il Corpo Forestale dello Stato rileva in un sopralluogo che sostegni e fondazioni sono diversi. Il Comandante provinciale scrive al Ministero segnalando la cosa e chiedendo su quali basi normative l’opera potesse essere difforme. Dopo tre mesi, al momento del nostro accesso agli atti, il Ministero dell’Ambiente non aveva risposto al Corpo Forestale dello Stato.

Il Forum Acqua ribadisce con forza la richiesta di annullare, anche in auto-tutela, ogni tipo di autorizzazione e parere favorevole finora concessi e di valutare direttamente la situazione reale di tutte le aree interessate dal progetto, anche ai fini del ripristino dello stato dei luoghi.