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Canile sanitario della Asl, esposto di Codici Abruzzo a Demanio, Nas e Corte dei Conti [FOTO]

Un esposto al Demanio e una denuncia ai carabinieri del Nas e alla Corte dei Conti è stato presentato dall’associazione Codici Abruzzo contro il canile sanitario della Asl di Pescara. L’esposto al Demanio ha portato a un controllo della Guardia di Finanza allo scopo di verificare se effettivamente all’interno dell’area demaniale si fosse insediato e a che titolo il canile sanitario e “per constatare eventuali condotte difformi da quelle asserite nel contratto di concessione e prevenire il configurarsi di un eventuale danno Erariale”.

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La denuncia invece al Nas e alla Corte dei Conti ha come obiettivo quello di far luce sulla regolarità del bando di gara, sulle autorizzazioni concesse, sui requisiti obbligatoriamente previsti dalla Legge Regionale 47/2013, sulle condizioni degli animali ricoverati sia sotto il profilo igienico sanitario che del benessere animale e per sapere se la realizzazione e la gestione del canile sanitario di Pescara è ispirato ai principi di economicità ed efficienza che la legge impone.

L’associazione Codici Abruzzo denuncia come il titolare del centro cinofilo di Città Sant’Angelo che ospita il canile sia una struttura all’apparenza tutta d’oro non per gli animali o per la collettività ma il titolare stesso, che dal 2004, a fronte di un canone di concessione demaniale di 268,56 euro per 10.950 metri quadrati, percepisce dalla Asl di Pescara, circa 100mila euro l’anno, per l’utilizzo di appena 250 metri quadrati di terreno, con 20 box per ricovero cani e a una piccola struttura prefabbricata in metallo tipo “container”. La struttura di metallo è stata attrezzata dalla Asl, tra l’altro a proprie spese, come sala chirurgica, sala pre-medicazione e anagrafe canina.

Codici Abruzzo segnala come diverse associazioni definiscano il canile sanitario come un disservizio piuttosto che un servizio alla collettività e agli animali. «Un canile sanitario», evidenzia Codici, «che è aperto solo tre giorni a settimana e per poche ore la mattina presto, con orario di accesso al pubblico scoraggianti (dalle 7 alle 9) e neanche affisso all’esterno come la legge pretende, ma internamente alla struttura».

Gabriele Bettoschi di Codici segnala anche che, non avendo risposto la Asl ai chiarimenti richiesti dal Demanio il 2 marzo scorso, mercoledì 11 aprile, c’è stato un blitz della Guardia di Finanza con funzionari del Demanio, che si sono recati all’interno della struttura che ospita il canile sanitario della Asl, per acquisire documenti ed effettuare dei controlli.

«Si ritiene», aggiunge la nota di Codici Abruzzo, «che la Asl abbia versato, in 12 anni di convenzione, circa 1 milione e 200mila euro al centro cinofilo privato, spendendo soldi pubblici in modo sbagliato e senza logica, perché se dovesse arrivare, come è molto probabile, la revoca della concessione demaniale tutta la struttura dovrà essere smantellata, canile sanitario compreso. La cosa sconvolgente, su cui Codici Abruzzo ha chiesto di fare piena luce, è anche la leggerezza con cui la Asl sembra abbia gestito l’appalto, pubblicando due diversi capitolati speciali (entrambi, ancora sul sito ufficiale della Asl): il primo scadente il 10/12/2014 e l’altro il 3/3/2015. Il capitolato scadente nel 2015 fa passare “il prezzo per giornata di messa a disposizione della struttura e custodia per animale “da 13 euro iva esclusa a cane, a 12 euro, sempre iva esclusa, ma riduce sensibilmente la portata dell’offerta, non prevedendo più: 5 box d’isolamento, infermeria e la presenza delle associazioni animaliste. Per Codici Abruzzo, è importante che si faccia piena luce su come mai, in 12 anni siano stati predisposti dei bandi di gara che consentivano a un solo concorrente di partecipare. Infatti, la condizione essenziale per il privato era di avere un canile sanitario regolarmente autorizzato, quasi che la Asl non sapesse che nessun privato può avere una struttura autorizzata come canile sanitario, perché un canile sanitario, per definizione anche di legge, è solo e soltanto una struttura pubblica sanitaria. Le indagini dovranno chiarire come abbia mai potuto esibire tale autorizzazione il titolare del centro cinofilo privato, tenuto conto che in ogni caso è un imprenditore agricolo che gestisce un semplice allevamento cani su un terreno demaniale, che rende al demanio meno di 300 euro all’anno, mentre a lui, grazie alla Asl, 100mila euro annui. Preoccupa poi, il fatto che, come è stato indicato nella denuncia, la Asl che è l’organo tecnico preposto alla vigilanza sui canili, sembra avere il suo canile sanitario non a norma, ma questo saranno i Nas ad accertalo presto».

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