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Abruzzo, alunni di nuovo in didattica a distanza. Tra mille rischi e pericoli

La chiusura delle scuole, spesso indiscriminata e facile, non tiene conto dei tanti problemi che i ragazzi possono incontrare stando 24 ore su 24 online.

Era una notizia nell’aria da settimane, adesso è diventata anche ufficiale: l’Abruzzo è in zona rossa e le scuse resteranno chiuse almeno fino a Pasqua. È questo l’annuncio fatto da Marco Marsilio, presidente della Regione, che ha confermato che invece resteranno aperte le scuole materne.

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Una misura prorogata per forza di cose, di fronte al contagio del Covid 19, con una terza ondata che sembra veramente essere entrata nel vivo. “Purtroppo non ci sono le condizioni per riaprire le scuole – ha precisato Marsilio – la diffusione delle varianti continua a preoccupare”. A destare grandi timori tra i tecnici e gli esperti, infatti, è soprattutto la variante inglese del Coronavirus, capace di diffondersi in maniera molto più rapida soprattutto tra i giovani. Le scuole quindi resteranno chiuse fino a Pasqua. “Le zone sottoposte a maggiori restrizioni resteranno soggette alla stessa disciplina – ha dichiarato Marsilio in conferenza stampa – ci sarà qualche comune che entrerà e qualcuno che uscirà dalla fascia con maggiori restrizioni. A breve forniremo indicazioni precise, ma la zona metropolitana di Pescara continuerà ad essere sottoposta alle medesime restrizioni”.

E con la Dad, la tanto famigerata didattica a distanza, sono cambiate una volta per tutte le esigenze e le abitudini soprattutto dei nostri ragazzi. Tra opportunità e pregi, ma soprattutto tantissimi pericoli. Lo conferma uno studio pubblicato da Slotmania.it, sito italiano specializzato in gaming online.

Stando ai numeri, infatti, nel corso degli ultimi anni e soprattutto a partire dallo scorso lockdown è letteralmente raddoppiato il tempo trascorso online a persona. Il campione preso in esame, comprendente ragazzi tra i 12 i 16 anni, ha dichiarato di essere connesso 24 ore su 24. E a pensarci bene, il calcolo è facile: 6 ore di lezione, un paio d’ore di compiti o di ore asincrone, poi chat, social, videogame.

Un problema che non deve passare inosservato, soprattutto in ambito educativo. Perché l’esposizione sempre maggiore a internet e ai social ha diminuito in maniera drastica la soglia dell’attenzione: un ragazzo della cosiddetta generazione Z, infatti, riesce a mantenere alta la soglia dell’attenzione appena 7 secondi. Un problema che si unisce a tutti quei rischi inevitabilmente legati al mondo di internet e dei social: addirittura il 15% dei ragazzi riporta di aver vissuto episodi negativi online, tra cui revenge porn, cyberbullismo, grooming ovvero adescamento.

Un pericolo di cui devono tenere conto tutti. Soprattutto coloro che chiudono le scuole senza pensare ai possibili effetti negativi.