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Montesilvano calcio a 5, il preparatore Falasca: «I ragazzi lavorano col sorriso sulle labbra»

Dal paradiso all’inferno e ritorno: questa, a livello sportivo, la “carriera” di Dante Falasca con il Città di Montesilvano calcio a 5.
Il preparatore atletico della compagine adriatica si appresta infatti a vivere il suo sesto anno al fianco della squadra, e nella sua esperienza ha vissuto il picco massimo della conquista della Uefa Futsal Cup (la principale competizione europea vinta dal Montesilvano, unica squadra italiana a esserci riuscita), fino alla “discesa” in serie B, e alla nuova risalita verso la massima serie.

Cinque anni, quindi, nei quali le emozioni non sono certo mancate, come si evince dalla lunga intervista rilasciata proprio da Falasca, che ripercorre le principali tappe vissute dal preparatore con il Città di Montesilvano calcio a 5.

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Professor Falasca, guardando i risultati ottenuti da quando sei arrivato, verrebbe da chiedersi se sia stato più fortunato tu nel trovare Montesilvano o se sia Montesilvano a dover ringraziare di averti dalla sua parte.
Le fortune si costruiscono insieme, ma come sempre succede il patrimonio di società e staff sono i giocatori. Fondamentale è anche l’apporto di tutte quelle persone che lavorano dietro le quinte e non appaiono mai, ma senza le quali non sarebbe possibile vincere né competere. Parlo, ad esempio, del custode che ti fa trovare il campo sempre pulito, parlo di chi porta gli autobus per le varie squadre, dei dirigenti che non fanno mancare mai nulla dal punto di vista logistico. Tante persone insomma che si sacrificano e si mettono a disposizione per il bene della squadra.

Come è iniziata la tua avventura a Montesilvano?
Inaspettatamente. Nell’estate 2010, avevo un accordo con un’altra società, che unilateralmente e senza darmi notizie decise di non proseguire il nostro rapporto di lavoro. La fortuna ha voluto che la telefonata (che sto ancora aspettando dal presidente di quella società) arrivasse invece dal presidente Iervolino.

Come molti appassionati abruzzesi già sapranno, Dante Falasca è attivo anche in altri sport, in particolare nella pallacanestro. In questa stagione sei preparatore atletico della Proger Chieti in A2 e della We’re basket Ortona in B. Con entrambe le società, peraltro, hai ottenuto grandi risultati, soprattutto a fianco di coach Domenico Sorgentone. Quali sono le principali differenze tra l’ambiente del calcio a 5 e quello della pallacanestro?
In entrambi gli ambienti, la possibilità di incontrare personalità “camaleontiche”, capaci cioè di dirti una cosa e farne un’altra, è alta. Di sicuro, nella mia esperienza, particolarmente alta nel calcio a 5. Per quanto riguarda invece l’allenamento, ci sono molte più similitudini tra calcio a 5 e pallacanestro che non tra calcio a 5 e calcio a 11. Dal punto di vista della metodologia di allenamento, la pallacanestro è più avanti del calcio a 5, tant’è vero che molti allenatori prendono in prestito dal basket strumenti e metodi. Nella media, i cestisti hanno alle loro spalle un vissuto a livello giovanile diverso, che li rende più “educati” dal punto di vista motorio dei calcettisti. In entrambe le discipline, le tecniche di allenamento vanno poi applicate sui giocatori e sono loro, in ultima istanza, i principali artefici dei successi di una squadra. Se poi i giocatori dimostrano di essere qualcosa in più che atleti di talento, ma anche “uomini”, la gratificazione personale del preparatore è superiore, perché è un piacere non solo allenarli, ma anche condividere con loro sensazioni ed emozioni che ti arricchiscono.

Qualche giocatore che ricordi con particolare affetto?
Più di uno, in particolare due che oggi sono lontani, e a cui devo dire grazie: Marcio ed Hernan.

Come hai visto cambiare Montesilvano in queste stagioni?
Ho visto passare molte persone, sia a livello dirigenziale che tra i giocatori. Abbiamo dovuto ottimizzare le risorse, ma lo spirito è rimasto quello di sempre, anche perché, come diceva un famoso allenatore, giocatori, allenatori e dirigenti passano, le società e gli uomini restano.

Dal punto di vista personale, passare dalla Futsal Cup alla serie B cosa ha significato per te?
In tutte le categorie e in tutte le competizioni, raggiungere gli obiettivi prefissati dalla società è bellissimo e fonte di grande soddisfazione. Vincere è sempre difficile, e chi dice che vincere è facile, a qualsiasi livello, è perché forse non ha mai vinto niente.

Sei il preparatore atletico sia della squadra maschile che di quella femminile. Quali sono le principali differenze tra uomini e donne su un campo di calcio a 5?
Al di là delle capacità fisiche e strutturali, le donne eseguono molto meglio, ma gli uomini sono superiori nelle capacità di lettura del gioco. Da un punto di vista mentale e dell’applicazione, le donne riescono a darti qualcosa in più rispetto agli uomini, soprattutto se “sposano” la tua causa. Sono più portate a sopportare le fatiche e il dolore.

Il Città di Montesilvano calcio a 5 stagione 2015/2016: come arriva la squadra al debutto in campionato?
É stata una preparazione molto stretta, perché i tempi sono stati limitati, meno di un mese tra l’inizio dei lavori e l’avvio del campionato. Sia i nuovi che i vecchi giocatori lavorano con il sorriso sulle labbra e si impegnano tantissimo, il che è fondamentale. Naturalmente non siamo al 100% ma la condizione migliorerà con il passare delle giornate. Nel calcio a 5 come in qualsiasi altro sport, i successi sul campo si costruiscono prima di tutto nello spogliatoio, e il bel gruppo che ho visto nascere in queste settimane mi fa ben sperare per la stagione alle porte.