Search

Basket, il ds Giordano (Amatori Pescara): «squadra giovane, locale e di prospettiva»

È al suo terzo anno all’Amatori Pescara, e ricopre il ruolo di direttore sportivo della squadra di basket.
Si tratta di Antonello Giordano, ds sia della prima squadra che del relativo settore giovanile pescarese.
In una lunga intervista Giordano ha cercato di delineare obiettivi e prospettive dei biancorossi per quanto riguarda la stagione che sta per iniziare.
E questo sia sotto il profilo prettamente sportivo, che per quanto concerne tutti gli altri aspetti che circondano la realtà dell’Amatori Pescara.

Antonello, partiamo dal roster che affronterà il campionato di Serie B: sei soddisfatto dell’organico costruito? Rispecchia i criteri che vi eravate prefissati in estate?
L’idea era quella di presentare una squadra giovane e pescarese, quindi siamo molto contenti di essere riusciti ad allestire un roster che rifletta entrambe queste componenti. Per quanto riguarda l’aspetto anagrafico, abbiamo rinunciato ad un ’89, un ’91 ed un 95 inserendo due ’94 ed un ’96, ringiovanendo ulteriormente il roster rispetto all’anno scorso. Inoltre, i giovani già presenti in organico hanno tutti un anno in più, e questo potrà risultare determinante nella loro parabola ascendente che ci auguriamo prosegua, dandoci un valore aggiunto in più per disputare un buon campionato. La pescaresità è un altro valore fondamentale: lavoriamo sulle giovanili appunto per far crescere i ragazzi del posto, difenderli e dargli tutte le possibilità per arrivare in prima squadra.

Inserisci il tuo codice AdSense qui

Il girone di quest’anno si presenta molto interessante, con cinque abruzzesi ed un livello medio decisamente alto. C’è una squadra che vedi superiore alle altre?
A mio giudizio è abbastanza facile notare come Falconara, a livello di roster, abbia qualcosa in più rispetto alle altre. Ritengo che le tre marchigiane, comprendendo anche Montegranaro e Senigallia, siano davvero molto competitive. Campli e Ortona sono ottime squadre, mentre tra le pugliesi Monteroni e soprattutto San Severo mi sembrano le più attrezzate.

Come si colloca l’Amatori Pescara all’interno di questo campionato, e c’è un obiettivo che vi siete posti?
Il nostro obiettivo è quello di continuare a crescere, sicuramente poi mi piacerebbe disputare i playoff e farlo da protagonisti: abbiamo una squadra più forte rispetto all’anno scorso, ma è sicuramente cresciuto anche il livello del campionato e delle avversarie.

Che caratteristiche vedremo, in campo, dall’Amatori di quest’anno e quale identità ti aspetti dalla squadra?
Essendo una squadra giovane, sicuramente non potrà prescindere da un atteggiamento vivo, frizzante, puntando molto sulla difesa ed avendo sempre tanti ottimi terminali offensivi in grado di far male alle avversarie. Dobbiamo essere pronti a vincere sia le partite ai 90 punti che quelle ai 60, quando magari bisogna tenere botta lì dietro con aggressività.

Oltre alla prima squadra, c’è un importante lavoro sul settore giovanile: quali sono le principali novità di questa stagione?
La più importante, per quanto riguarda lo staff tecnico, è senza dubbio l’ingresso di Roberto Perricci, che allenerà la formazione Under 20: un gruppo molto competitivo, che speriamo di portare oltre i confini regionali, ma punteremo anche sull’Under 18, con alcuni elementi che avranno la possibilità di giocare in entrambi i gruppi. Anche le altre squadre sono però molto interessanti, soprattutto le due in collaborazione con la Pescara Basket (Under 15 e 14). L’Under 16 fatta con Yale sta crescendo molto, anche fisicamente, e può sicuramente far meglio dello scorso anno. In generale l’obiettivo per tutti i gruppi è quello di migliorarsi rispetto all’anno precedente, senza dover necessariamente vincere il campionato: è importante che i ragazzi abbiano voglia di farlo, ma anche che gli siano messi a disposizione tutti i mezzi per riuscirci.

Grande attenzione sarà dedicata come sempre anche al minibasket.
Roberto Paolillo è una garanzia in questo senso: svolge il lavoro con i bambini in maniera super, come riconosciuto anche fuori dall’Abruzzo, e sicuramente anche quest’anno porterà numeri importanti, migliorando quelli precedenti. Ma è soprattutto la qualità del suo lavoro ad essere una vera e propria sicurezza.

Come procede il lavoro fuori dal campo per aumentare la visibilità ed il seguito dell’Amatori? Quanto è importante per la società riuscire a portare tanta gente al palazzetto?
Portare molto pubblico al palazzetto, ed in generale far giocare tante persone a pallacanestro, è per noi fondamentale. Dall’anno scorso abbiamo un responsabile marketing, ed in questa stagione abbiamo allargato lo staff riguardante la comunicazione, tutto questo per avvicinare più gente possibile alla nostra realtà: la scelta di un organico giovane e pescarese è legata anche al voler dare un’identità ben precisa, in cui il pubblico possa riconoscersi. Siamo sicuri che pian piano il seguito aumenterà, poi come è logico che sia conteranno molto anche i risultati: se riusciremo a disputare un campionato di vertice, sicuramente vedremo più gente al PalaElettra.

Quanta attenzione ti aspetti dai media, soprattutto locali, su questo campionato?
Vista la presenza di cinque squadre abruzzesi, penso che i media locali riserveranno maggior risalto al nostro girone, soprattutto in occasione dei derby dove ci auguriamo grandi cornici di pubblico.

Recentemente la nostra società, assieme a tutte le altre realtà cestistiche pescaresi, ha lanciato un grido d’allarme attorno all’utilizzo del PalaElettra. Vivendo quotidianamente questa problematica, puoi spiegarci nel dettaglio quali sono le maggiori difficoltà?
Innanzitutto i costi per potersi allenare, non solo a livello di impianti comunali ma anche provinciali: ad oggi, sono una delle voci più importanti e significative nel budget di una società. E’ una follia totale, perchè gli enti pubblici dovrebbero aiutare a tenere impegnate le persone in attività del genere, incentivando lo sport: soprattutto per quello che riguarda i ragazzi, che dovrebbero passare più tempo possibile nei palazzetti a svolgere questo tipo di attività, piuttosto che altre.

Possiamo definirlo quindi soprattutto un problema sociale.
Assolutamente si: la difficoltà a reperire strutture, ed appunto i costi elevatissimi per poterne usufruire, ci costringono a fare delle piccole scelte e selezioni. E’ qualcosa che non vorremmo mai fare con ragazzi di 13-14 anni, ma purtroppo il nostro budget ci costringe a ciò. L’aspetto sociale è il più grave in assoluto: anzichè portare i ragazzi a giocare, li stanno togliendo dai palazzetti, complicandogli la pratica di attività sportive. Secondo me poi se ne pagano le conseguenze, e quello che succede a Fontanelle ed in molte zone di Pescara, senza andare troppo lontano, ne è un chiaro segnale.

Sei stato giocatore per tanti anni: quali sono state le tue sensazioni nel passare “dall’altra parte”, con un ruolo da dirigente?
È una cosa che volevo fare: da giocatore già pensavo che mi sarebbe piaciuto rimanere nel mondo del basket, magari non da allenatore ma proprio in un ruolo dirigenziale. Credo che sia una figura molto importante nell’ambito sportivo, anche perchè in molti casi mancano persone con esperienza, formati nel campo dove poi andranno a lavorare. Onestamente non è facile, soprattutto perchè oltre alla prima squadra c’è anche il settore giovanile, con tante problematiche da affrontare: soltanto con una discreta esperienza si riescono a trovare le soluzioni per risolverle, che è poi il compito principale che viene chiesto ad un dirigente. Con coerenza e lavoro in genere si riesce a farlo, e questo dà grosse soddisfazioni: a prescindere dalla partita vinta o persa, quando a fine anno ti rendi conto che i gruppi sono andati bene, nel senso di non aver perso nessun ragazzo ma anzi magari averne aggiunti quattro o cinque, significa che a prescindere il lavoro è stato svolto bene. E questo fa molto piacere.


TAG