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Parenti (Agbe): «La donazione del 5 x mille è un aiuto concreto»

Massimo Parenti da diversi anni è presidente dell’Agbe, l’associazione che sostiene i bambini emopatici e le loro famiglie, che gestisce una casa rossa a pochi metri di distanza dall’ospedale che ospita e sostiene le famiglie non residenti a Pescara, costrette a passare lunghi periodi in ospedali accanto ai bambini malati. Grazie a Parenti cerchiamo di conoscere meglio questa straordinaria rete di supporto e di sapere cosa può fare questa città per contribuire a tenerla in vita.

Presidente, questa associazione nasce dalla volontà di sopperire ad alcuni bisogni. Quali?

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«Questa associazione nasce dalla sofferenza. Ma anche dalla volontà dei genitori dei bambini malati di fare di più per aiutare i propri figli. Prima si è trattato di realizzare un nuovo reparto, destinato solamente ai più piccoli, che potesse accoglierli e assisterli nella maniera adeguata, aperto nel 2003. Il primo convegno di Ematologia Pediatrica Internazionale è stato inoltre realizzato a Montesilvano nel 2002».

E l’idea di questa struttura, come nasce?

«Nasce non solo per rispondere alle esigenze delle famiglie che vengono da lontano, ma anche di quelle famiglie residenti sul territorio o nelle aree limitrofe che hanno veri problemi logistici, soprattutto quando si tratta di gestire gli altri figli, quelli che “stanno bene”, ma che inevitabilmente risentono della difficile situazione. Di questa struttura può usufruire chiunque, ma anche e soprattutto del servizio di trasporto e dell’aiuto dei volontari all’interno del reparto».

Che tipo di rapporto si crea con questi bambini e con le loro famiglie?
«C’è una fascia di età piuttosto ampia, dalle 6 settimane ai 15-18 anni, ma si crea un legame unico con tutti e ci piace organizzare pranzi e gite fuori porta con tutti gli “ex coinquilini” e con le famiglie che abbiamo aiutato nel corso degli anni».

A parte le donazioni che vengono dalle imprese e dai personaggi più in vista sul territorio, nonché le raccolte di fondi che organizzate periodicamente, cosa si può fare per mantenere in vita la vostra associazione e questa struttura?

«C’è il 5 x mille, che per noi è molto importante per tenere in vita questa macchina. Poi c’è il prezioso aiuto dei volontari, che però devono seguire obbligatoriamente un corso di preparazione qui da noi, prima di prestare servizio. Anche il loro aiuto è prezioso».

E poi ci siete voi genitori….

«Noi genitori siamo i meno indicati a prestare aiuto come volontari. Anche se per molti di noi la malattia è ormai un lontano incubo, ci siamo sempre dentro fino al collo. È un ricordo troppo forte che in verità non ci lascia mai».

Gli sorrido. Lo ringrazio. Gli stringo la mano. Ma non sono d’accordo. Le mura di questa casa potevano essere alzate solo dalle mani amorevoli di un genitore.

(s.s.)