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Marco Papa: «Il comico è un tragico visto di spalle»

Marco Papa, uno dei più amati e seguiti cabarettisti abruzzesi, con una lunga carriera alle spalle e la battuta sempre pronta, doppiatore di film in chiave comica di grande successo quali “Troy“, “300“, “Matrix” e “Biancaneve e i 7 nani“, ci racconta della sua passione per la comicità, gli esordi, i progetti futuri e i suoi prossimi spettacoli.

Com’è nata la sua passione per il doppiaggio e la comicità?
«Come ben sai, il comico è un “tragico” visto di spalle…a 18 anni ho vissuto un periodo veramente brutto, in seguito al quale, da una strada che avevo intrapreso, ne ho imboccata un’altra completamente opposta: prima di appassionarmi al mio attuale mestiere, infatti, giocavo a pallanuoto. Sono stato giocatore di serie B e di serie A, poi mi sono fermato e dopo 3 o 4 anni ho cominciato a dedicarmi alla radio. È stato lì che ho conosciuto Vincenzo Olivieri con il quale ho avuto un sodalizio durato 20 anni, trascorsi i quali mi separai a livello lavorativo da lui, e decisi di fermarmi. Nel 1999 però, fui chiamato a Roma da Roberto Ranelli, “Er Modifica“, che è un amico, e poi dal 1999 fino al 2004 andai a Roma al Gildo Cabaret di Teo Mammuccari.
Da Roma, però, mi muovevo spesso poiché ero entrato ormai nel circuito del cabaret e in quell’anno girai tutta l’Italia, da Bressanone fino a Palermo con il mio spettacolo. In quel periodo conobbi la mia attuale “spalla”, 
Matteo Laudadio.
Nel 2001/2002 iniziammo a fare i Festival di cabaret. Vincemmo 3 Festival, tra cui uno molto importante, ovvero il Premio Charlot, vinto in altre edizioni anche dalla Premiata Ditta, dalla Littizzetto e da Bertolino. L’edizione del 2003, quella vinta da noi, fu votata dal pubblico e non dalla giuria, come nelle edizioni precedenti. Vincemmo anche altri premi e partecipammo, poi, al Festival Bravo Grazie, dove confluivano tutti i vincitori dei vari Festival in tutta Italia. Tale evento si teneva su Rai Due e fummo eliminati la prima sera, contro gli Emo, cabarettisti di Zelig, che allora, però, interpretavano altri personaggi.
Nel 2004 andai in tour per 2 anni con Gabriele Cirilli, gli Emo, Francesco Rizzuto, Pippo Crotti e altri.
Nel 2005 iniziai con il doppiaggio, partendo da Troy, fino a doppiare ogni anno un film fino al 2012, anno in cui mi fermai, poiché fare 8 film interi in 8 anni, potrebbe sembrare che li ho girati e invece li ho doppiati, però comporta un certo lavoro».

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A proposito, che lavoro c’è dietro il doppiaggio in chiave comica di un film?
«Non si tratta soltanto di doppiaggio ma anche di montaggio. È importante dare un altro significato al film per non cadere sempre nelle stesse cose. Troy, Matrix, e altri film sono stati completamente rimontati attribuendo loro un senso totalmente diverso rispetto all’originale. Nell’ultimo film, Titanic, per esempio, dato che non amo andare a toccare le tragedie, poiché si tratta di un qualcosa che è realmente accaduto, ho avuto premura di non inserire l’affondamento della nave ma far vedere che è lui che viene preso e buttato in acqua. Dietro tutto questo c’è stato un montaggio talmente minuzioso, prendendo pezzi da varie parti, che la storia assume un nuovo significato».

Quali sono le qualità che dovrebbe avere un buon cabarettista?
«Dovrebbe essere originale e dovrebbe avere corpo e movenze comiche. Direi una stupidaggine se ti dicessi che non dovrebbe essere anche un minimo volgare, tirar fuori la battuta piccante, perché la comicità è “pecoreccia”. Se si dà uno sguardo al passato, ci si rende conto che gli stessi buffoni di corte erano molto volgari, poiché dovevano far ridere la regina. La comicità è nata così e con questo non voglio giustificare ciò che faccio io perché poi il mio è un volgare “molto leggero”, è l’uso comune della parolaccia che si dice tra amici, in un bar».

Quanta soddisfazione c’è nel veder il pubblico ridere a crepapelle alle sue battute?
«È il meccanismo del mio lavoro, è come un idraulico che aggiusta bene un lavandino che perde acqua».

Quali sono i prossimi spettacoli in programma?
«Al momento sono fermo, ho fatto uno spettacolo a settembre a Chieti scalo e ora sono in stand-by, me ne vado in vacanza per trovare nuovi spunti per i miei spettacoli».

Progetti futuri?
«C’è un tour che sto mettendo su in tutti i locali ad un prezzo contenuto rispetto al normale per dare un po’ a tutti l’opportunità di fruirne».

Un messaggio per i lettori di PescaraPost che la seguono?
«Sposatevi, unitevi e moltiplicatevi, questa è la mia parola, come Papa! Scherzo. Innanzitutto, vorrei ringraziare quelli che mi seguono che sono veramente tanti. La cosa che mi fa più piacere è avere, a 50 anni, un seguito di ragazzi giovani e giovanissimi, anche di 7-8 anni, a cui piace la mia comicità. È una grande gioia e soddisfazione».


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