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Truffe anziani in Abruzzo con tecnica del “pacco”, individuati e arrestati due autori

Truffe ad anziani in Abruzzo con la tecnica del “pacco“: individuati e arrestati due autori.
Nella giornata di lunedì 12 agosto la polizia ha infatti tratto in arresto due uomini ritenuti responsabili di due truffe ad anziani a Chieti e Lanciano.

A finire in manette, nell’operazione condotta dagli agenti della Sezione Reati contro il Patrimonio dalla Squadra Mobile della Questura di Chieti in collaborazione coi colleghi della Squadra Mobile della Questura di Napoli, un 23enne e un 36enne, entrambi residenti a Napoli ed entrambi ristretti ai domiciliai in base all’ordinanza applicativa degli arresti domiciliari disposta dal Gip del Tribunale di Chieti su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica.

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Le truffe contestate ai due sarebbero state messe a segno nello scorso mese di aprile a Chieti e a Lanciano nei confronti di due anziane vittime, un 92enne teatino e una 79enne della città frentana.
In entrambi i casi la truffa sarebbe stata perpetrata tramite la consegna di un “pacco” da parte di un corriere.

Con la telefonata di un sedicente “nipote” della vittima sarebbe stato infatti annunciato al malcapitato di turno l’arrivo di un pacco da parte di un corriere, con pagamento alla consegna, rispettivamente, di 2.300 euro e 800 euro.
Nel primo caso l’anziano sarebbe stato addirittura accompagnato in banca al fine di effettuare il prelievo dei contanti e poi riaccompagnato a casa per la consegna. All’interno del “pacco” sarebbe stata rinvenuta solamente una confezione di cracker. I due truffatori si sarebbero dileguati recandosi a Lanciano per compiere il secondo “colpo” ai danni della seconda anziana vittima.

Stando a quanto emerso nel corso delle indagini, il coordinamento delle azioni di adescamento e “gestione” della vittima sarebbe stato compiuta a distanza, e più precisamente da una sorta di centro direzionale con base a Napoli. Dalla città partenopea sarebbero partite le telefonate e gestite le fasi della truffa. Il tutto, con l’apporto di altri soggetti “in trasferta”, incaricati di effettuare la consegna e ritirare il denaro dalle vittime.