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Sequestro azioni società nel Pescarese, le precisazioni dell’avvocato Albanese

In merito alla notizia diffusa a inizio aprile 2019, inerente il sequestro di alcune quote societarie di un’azienda del Pescarese (leggi QUI), lo studio legale Albanese ritiene opportune alcune precisazioni.

Ecco qui di seguito la nota integrale diffusa dall’avvocato Albanese:

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Il Tribunale del Riesame di Pescara, presieduto dalla Dott.ssa Maria Michela Di Fine, ha accolto la richiesta di dissequestro delle azioni di un importante gruppo industriale alimentare di Manoppello, che la Guardia di Finanza di Pescara aveva eseguito lo scorso 2 aprile su ordine del G.I.P. Dott.ssa Antonella Di Carlo, per un valore complessivo di 1,8 milioni di euro, nell’ambito di un procedimento penale per infedeltà patrimoniale che, secondo l’accusa, avrebbe causato un danno complessivo di oltre 11 milioni di euro.
La vicenda riguarda il conferimento di due rami produttivi del gruppo a società terze facenti capo ai soci
di maggioranza, compiuto secondo l’accusa dagli amministratori della capogruppo, legati da vincolo di
parentela, per proprio tornaconto ed in modo da danneggiare i soci di minoranza: questi ultimi si erano
quindi rivolti alla Procura della Repubblica pescarese, denunciando i fatti e chiedendo il sequestro preventivo delle azioni delle società conferitarie, onde sottrarle al controllo dei soci di maggioranza. La notizia del sequestro, solo poche settimane addietro, aveva destato grande attenzione sul territorio pescarese e non solo.
Il Tribunale del Riesame ha tuttavia accolto pienamente la tesi difensiva dell’Avv. Massimiliano Albanese,
penalista d’impresa romano che ha proposto i motivi di riesame per una delle società coinvolte, escludendo la ricorrenza del c.d. “fumus commissi delicti” nei fatti emersi dalle indagini: i conferimenti d’azienda contestati sono stati eseguiti in assenza di conflitto d’interessi degli amministratori ed a vantaggio esclusivo della capogruppo, sicché il reato contestato non sussiste.
Le azioni sequestrate agli imprenditori coinvolti nella vicenda saranno quindi immediatamente restituite ai legittimi titolari e la Procura della Repubblica dovrà a questo punto valutare se richiedere l’archiviazione del procedimento.