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Nuovo sversamento di liquami, i balneatori pronti a denunciare l’Aca

Dopo l’ennesimo sversamento di liquami nel fiume, e di conseguenza nel mare, che si è verificato ieri, sabato 6 agosto, a causa di un malfunzionamento di una pompa di sollevamento dell’Aca, l’azienda comprensoriale acquedottistica.

Lo sversamento ha portato a una nuova ordinanza firmata dal sindaco Marco Alessandrini per il divieto di balneazione nei tratti antistanti i punti di campionamento di via Muzii e via Galilei.

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I balneatori, che subiscono evidentemente un danno sia economico che di immagine ogni volta che viene deciso un divieto di balneazione, sono ormai sul piede di guerra e si dicono pronti ad adire le vie legali contro l’Aca al fine di tutelare i propri interessi.

«Lunedì», fa sapere Mario Troisi, responsabile dei balneatori di Fiba-Confesercenti, «daremo mandato all’ufficio legale di verificare se sussistono le condizioni per denunciare l’Aca ed a chiedere risarcimento danni dopo l’ennesimo guasto agli impianti pescaresi a tutela dei balneari. È giunto il momento che anche le società partecipate si prendano le loro responsabilità».

Rincara la dose anche Riccardo Padovano del Sib-Confcommercio:

«Sono stufo e davvero infuriato per l’ennesimo sversamento che si è verificata stamane da parte dell’Aca. Lunedì con gli avvocati di Confcommercio e Sindacato Italiano Balneari valuteremo la situazione e faremo valere legalmente gli interessi della categoria per fare fronte a un problema che danneggia fortemente il settore, oltre all’immagine della città. Chiederemo i danni a chi è responsabile di tale situazione, è incredibile che si rompa una pompa di sollevamento e non ci sia un meccanismo di emergenza pronto ad attivarsi per evitare gli sversamenti, o qualcuno capace di gestire l’emergenza facendo funzionare di più le altre pompe dell’impianto senza sversare. E’ come se in una sala operatoria andasse via la corrente e non si attiva l’impianto elettrogeno di emergenza per proseguire gli interventi. Incredibile».

 

I balneatori parlano di un danno incalcolabile a pochi giorni dal Ferragosto, in un periodo nel quale si stava registrando una leggera ripresa.