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Rapina a mano armata a corriere espresso: 2 arrestati, stavano progettando altro colpo

Due persone arrestate per una rapina ai danni di un corriere espresso a Pescara dai carabinieri: secondo i militari stavano per progettare un nuovo colpo.
I militari della Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pescara hanno infatti tratto in arresto due persone in ottemperanza al decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dal Pm della Procura della Repubblica di Pescara.

A finire in manette un 36enne e un 32enne, entrambi condotti in carcere al termine dell’udienza di convalida, come disposto dal Gip del Tribunale di Pescara.

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I carabinieri hanno infatti sottoposto a fermo di indiziato di delitto i due giovani nella giornata di sabato scorso, dopo indagini durate circa due mesi.
Gli arrestati, insieme ad altri due (in corso di identificazione), avrebbero messo a segno una rapina a mano armata ai danni di una ditta pescarese di corriere espresso il 26 marzo scorso.

Intorno alle ore 20 della serata di fine marzo due persone con il volto travisato e armate di pistola, insieme a un terzo esecutore materiale e a un quarto complice a fungere da “palo”, avrebbero messo a segno un colpo ai danni del corriere espresso.
I due arrestati, nel corso della rapina, avrebbero agito, secondo quanto appurato dai carabinieri, rispettivamente da “basista” e da esecutore materiale (insieme ad altri due complici da identificare).

Il primo avrebbe svolto tale ruolo in quanto dipendente della stessa ditta, fornendo indicazioni sui percorsi da fare e sui luoghi nei quali era custodito il denaro, mentre il secondo si sarebbe introdotto nei locali con il viso travisato, sbattendo a terra un dipendente e minacciando con pistole semiautomatiche nei confronti dei dipendenti alla reception e all’ufficio cassa.
A questi ultimi sarebbe stato intimato di stendersi a terra e di consegnare il denaro.

Gli autori si sarebbero poi dati alla fuga in sella a una moto dopo essersi impossessati di una somma di circa 22mila euro in contanti.

I carabinieri della Sezione Operativa giunti sul posto avrebbero poi dato il via alle indagini.
E, guardando i video del sistema di videosorveglianza, sarebbero sorti i primi sospetti sul comportamento di uno dei dipendenti presente durante la rapina stessa.

Quest’ultimo, stando a quanto emerso, al termine del proprio turno di lavoro non avrebbe lasciato la sede, trattenendosi nascosto all’interno del locale magazzino (attiguo all’ufficio cassa, visibile tra l’altro per la presenza di un oblò in vetro).
Nelle fasi precedenti al colpo l’uomo si sarebbe intrattenuto in continue telefonate e poi, durante la rapina, avrebbe osservato lo stesso svolgimento dell’azione senza intervenire e senza allertare le forze di polizia.

I carabinieri avrebbero iniziato a sospettare l’eventuale coinvolgimento dell’uomo nel colpo, anche per la determinazione e sicurezza mostrata dai malviventi durante la rapina.
Nel maggio scorso, inoltre, il protagonista della vicenda sarebbe stato arrestato per un furto in una scuola insieme a un complice.

Stando a quanto sostenuto dagli investigatori, l’uomo avrebbe fornito indicazioni sulle modalità di esecuzione del colpo alla ditta, tra le quali l’ubicazione del bottino, la scelta del giorno con un incasso cospicuo, il movimento degli impiegati all’interno, e altro.
Sempre stando a quanto emerso nelle indagini, i due arrestati avrebbero anche iniziato a progettare un nuovo colpo su un obiettivo simile.

L’arresto (e la successiva custodia cautelare in carcere) nei loro confronti è pertanto scattato in considerazione del concreto pericolo di reiterazione di condotte illecite omologhe per entrambi e alla luce della pericolosità derivante dall’avere disponibilità di armi.