Search

Ospedale di Pescara, la storia di Lucia e del suo cane guida diventa un caso nazionale [FOTO]

La storia di Lucia, un’operatrice non vedente del centralino dell’ospedale di Pescara, non accettata dai colleghi (che un giorno della settimana scorsa hanno deciso di abbandonare il posto di lavoro) a causa della presenza del suo cane guida, un esemplare femmina di labrador, che la accompagna in tutti i suoi spostamenti quotidiani guidandola, sostituendosi di fatto ai suoi occhi che non possono più mostrale gli ostacoli che la circondano. Ma per i colleghi di lavoro puzza.

Per guardare la galleria di foto basta cliccare sull’immagine in basso:

Inserisci il tuo codice AdSense qui

lucia-e-il-suo-cane-guida-2

Ma secondo i colleghi quel cane, Mindy il suo nome, che si accuccia diligentemente ai piedi di Lucia dà fastidio e non lo vogliono. A sostegno dei colleghi si è anche schierato, in un primo momento, il sindacato Uil, poi tornato sui suoi passi in seguito all’intervento dell’associazione Codici Abruzzo.

La storia di Lucia e della sua fedele amica a 4 zampe sta facendo il giro delle principali testate giornalistiche nazionali. Assunta nel 2011, fin dall’inizio la presenza del cane le ha creato problemi.

A partire dal 2014, Lucia è stata trasferita nella sede di Pescara per avvicinarsi alla sua residenza abitativa, ma anche nella sede di Pescara la presenza del cane ha generato problemi di intolleranza da parte degli altri colleghi che lamentavano il patimento di presunti odori sgradevoli emanati dal cane guida oltreché l’esposizione a possibili malattie contagiose visto che una prevalente quota degli operatori del centralino è portatore di disabilità. Ancora una volta la Asl ha tamponato la situazione collocando Lucia in una stanza separata dove poteva tenere con sé il cane.
A causa di problematiche strutturali, il 1 settembre Lucia ha dovuto abbandonare la sua sede operativa per essere ricollocata nel centralino con tutti gli altri operatori dove purtroppo il personale ha dato subito segni di intolleranza per la presenza del cane di “grossa taglia” lamentandosi ancora una volta dell’intollerabile odore emanato dal cane che, tra l’altro, era costretto a stanziare sotto il tavolo dell’operatrice per tutto il turno lavorativo senza alcuna osservanza della tutela del suo benessere.

«Il cane guida», sottolinea Gabriele Bettoschi, «rappresenta gli “occhi” del non vedente e, quindi, non dev’essere allontanato dalla persona con disabilità visiva che accompagna. Esso non solo è addestrato a “fare il cane-guida”, cioè caratterizzato da un’indole tranquilla, appositamente selezionata per essere ulteriormente di supporto al successivo addestramento – ma anche a non sporcare. Infine, in qualità di “cane da lavoro”, non dev’essere disturbato/aggredito. Non a caso, l’Ordinanza del Ministero della Salute del 6 agosto 2013, all’articolo 5, ha espressamente escluso l’uso della museruola e del guinzaglio “ai cani addestrati a sostegno delle persone diversamente abili”. A conferma della totale disattenzione per il mondo animale, in generale, la Giunta regionale da ben due anni continua a disattendere l’obbligo che ha di dare attuazione all’art. 20 della L.R.47/2013, che prevede l’accesso di animali al seguito del proprietario o detentore nelle
strutture ospedaliere pubbliche e private. Non è una storia di puzza di animali, ma una storia di ordinaria discriminazione sul luogo di lavoro e di inadempienze della Asl di Pescara e della Regione Abruzzo. Anche dei neri, si diceva che puzzavano, per trovare un’altra giustificazione alla loro esclusione dalla vita sociale dei bianchi. Così come il razzismo, anche la zoofobia va disapprovata pubblicamente e il rispetto per gli animali e per chi è disabile…preteso!».

«Siamo sconcertati», dice il sindacato Nursind, «dal fatto che ancora oggi siano presenti queste forme di discriminazione nei confronti delle persone più deboli e portatrici di handicap. Come si può chiedere alla persona non vedente di separarsi dal proprio cane guida , lasciandolo in corridoio essendo per lei parte integrante della propria vita?». Il NurSind non condivide, ritenendola riprovevole, la presa di posizione dei lavoratori e del loro
sindacato, che si sono schierati contro la persona disabile e a favore degli altri dipendenti: «È inoltre inaccettabile l’abbandono, da parte degli altri dipendenti, del posto di lavoro, lasciando sola la centralinista non vedente sprovvista anche del computer per provvedere alla ricerca dei numeri dei reperibili e degli uffici interni, indispensabile per il corretto funzionamento della struttura sanitaria». Il Nursind, considerata questa situazione incresciosa ha chiesto All’azienda di porre fine a queste forme discriminatorie e di mettere la lavoratrice non vedente nelle condizioni di poter lavorare accompagnata dal suo cane.