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Liquami in mare, aperta inchiesta: la Procura sequestra gli atti di Arta e Comune

Doppio sequestro questa mattina, giovedì 13 agosto, degli atti riguardanti il caso dello sversamento nel fiume, e di conseguenza nel mare, di circa 30mila metri cubi di liquami.

A disporre il sequestro è stata la Procura di Pescara in seguito ai due esposti presentati nei giorni scorsi da parte del portavoce di Fratelli d’Italia-An, Armando Foschi e da parte di deputati e consiglieri del Movimento 5 Stelle.

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I militari della polizia giudiziaria (della direzione marittima Abruzzo-Molise e del Corpo Forestale dello Stato) si sono presentati prima nella sede dell’Arta dove hanno acquisito tutta la documentazione relativa ai prelievi e alle analisi eseguiti dall’agenzia regionale di tutela ambientale da aprile (mese nel quale si ruppe la conduttura fognaria di via Raiale) fino a oggi. Hanno fatto visita anche alla sede dell’Aca.

In seguito si sono presentati a palazzo di città in Comune per il sequestro delle due ordinanze, mai rese pubbliche, del sindaco Marco Alessandrini con le quali si imponeva il divieto di balneazione e il successivo ripristino e per il sequestro di tutto il carteggio relativo alle comunicazioni tra Arta, Aca, Regione e Comune.

Il direttore dell’Arta, Giovanni Damiani, vista la presenza dei militari nella sede dell’agenzia è stato anche impossibilitato a partecipare alla commissione regionale di Vigilanza alla quale era stato convocato per questa mattina.

Proprio ieri invece c’era stata la commissione comunale Controllo e Garanzia dalla quale era emerso come nel fiume fossero stati sversati oltre 30mila metri cubi di liquami e non 25mila come dichiarato in precedenza.


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