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Liquami in mare, raccolti 30 casi di problemi di salute [FOTO]

Sono una trentina i casi di problemi di salute, derivanti molto probabilmente a seguito dei bagni in mare nel periodo in cui si sono verificati gli sversamenti di 30mila metri cubi di liquami, raccolti dal pool di avvocati che si è messo gratuitamente a disposizione dei cittadini per formare una vera e propria class action.
Per vedere la galleria di foto dei danni fisici presumibilmente provocati dal mare, clicca sull’immagine qui di seguito:

casi liquami in mare

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A raccogliere tutta la documentazione sono stati gli avvocati Massimo Ritucci e Paride Orsini, con Paolo Leonetti del comitato genitori bambini infettati da acque inquinate a Pescara.

In totale dunque circa 30 persone che avrebbero riportato casi gravi di salute in seguito ai bagni in mare: si va dai rush cutanei alle gastroenteriti, passando per casi di impetigine e otiti.
Tra i casi peggiori, quello di un bambino che ha difficoltà a camminare a causa delle lesioni subite a una gamba.

«Il sindaco Alessandrini», dicono i due legali, «dice che in città non c’è l’ebola, ma a Pescara non sono riusciti, ad esempio, a diagnosticare alcune malattie, tanto che un nostro cliente ha dovuto rivolgersi a un ospedale di Roma. Due persone sono addirittura affette da nefrite e a rischio dialisi, anche se va verificato il nesso di casualità tra il bagno in mare e tale problematica».

Inoltre i casi di gastroenterite sarebbero stati talmente tanti che la loro quantificazione è complicata.

«Eravamo qui», dicono i tre in coro, «per sapere come l’amministrazione comunale intendesse muoversi. Non pensavamo di assistere a questa farsa. Non c’è la volontà politica da parte di nessuno di far conoscere la verità. Chiederemo i risarcimenti danni e vogliamo organi terzi che accertino tutta la situazione. Molta gente si è ammalata a seguito del bagno in mare. L’amministrazione non deve dare risposte al centrodestra ma ai cittadini. Scriveremo una lettera al sindaco per ottenere le risposte».