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Housing sociale a Colle Pineta, il Tar accoglie il ricorso dei residenti contro i 40 nuovi alloggi

Il Tar (tribunale amministrativo regionale) di Pescara ha accolto il ricorso presentato dai residenti di via Lago Isoletta, strada della Bonifica e vie limitrofe nella zona di Colle Pineta contro il progetto presentato dal Comune di Pescara che prevedeva la costruzione di 40 nuovi alloggi di edilizia in un terreno di proprietà dell’ente presieduto dal sindaco Marco Alessandrini di circa 6mila metri quadrati tra via Lago Isoletta e strada della Bonifica.

I dettagli del progetto (5 milioni di euro il valore totale) erano contenuti nella delibera numero 114 approvata dal consiglio comunale il 3 settembre del 2015.

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Oltre alla costruzione degli alloggi erano previsti anche un parco attrezzato, un orto urbano e due aree destinate a parcheggio. Per “social housing” si intende l’insieme delle iniziative e degli interventi volti a offrire alloggi e servizi finalizzati a contribuire e risolvere il problema abitativo, con particolare riguardo alle categorie sociali appartenenti al ceto medio. In altre parole non si trattava di alloggi popolari, questo tipo di soluzione è rivolto a chi è “troppo povero” per sostenere le condizioni di mercato ma allo stesso tempo “troppo ricco” per accedere all’edilizia residenziale pubblica (le case popolari).

Ma il problema di fondo, che ha portato i residenti a fare fronte comune attraverso la presentazione di un ricorso al Tar, è relativo al fatto che su quei terreni, che erano stati ceduti al Comune dalla famiglia Taraborelli, la nota famiglia di costruttori, erano stati ceduti per la realizzazione di verde attrezzato, parcheggi pubblici e attrezzature per l’istruzione.

Nella sentenza del Tar, firmata dai magistrati Michele Eliantonio (presidente), Alberto Tramaglini (consigliere) e Massimiliano Balloriani (consigliere ed estensore) e pubblicata lo scorso 14 dicembre, si legge:

«L’insediamento in una medesima zona, che prima si riteneva idonea ad accogliere solo 9 appartamenti e un asilo nido per consentire un’adeguata e dignitosa qualità della vita a famiglie meno abbienti, di ben 40 alloggi (oltre il quadruplo), avrebbe quantomeno richiesto una più compiuta motivazione in ordine al mantenimento di tali caratteristiche di socialità e promozione della qualità di vita e non di degrado e ingolfamento abitativo dell’intervento. Né si comprende come mai si è deciso di non realizzare più l’asilo nido (effettivamente funzionale a una valorizzazione della zona in termini di servizi alle famiglie); omissione non giustificabile ovviamente con la previsione di un orto urbano».

L’assessore all’Housing Sociale Antonella Allegrino annuncia che il Comune presenterà ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar.