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Cinghiali, in provincia di Pescara abbattuti 297 esemplari

Il numero di cinghiali abbattuti è triplicato rispetto alla passata stagione, passando da 121 esemplari a 297 e le richieste di risarcimento danni sono scese da 282 istanze a 174 con una riduzione del 38 per cento. Quest’ultimo dato, fanno sapere gli uffici competenti, se rapportato alla spesa per il risarcimento dei danni, potrebbe consentire una riduzione della spesa, per il 2015, pari a circa 127.000,00 euro, ovvero quasi i 2/3 dei risultati previsti alla scadenza del piano.

A rendere noti i i risultati raggiunti nei primi mesi di attività di controllo (da maggio a luglio) in collaborazione con l’Atc (Ambito territoriale di caccia) di Pescara è la Provincia, che ad aprile di quest’anno ha approvato il piano quinquennale di gestione della specie cinghiale (prima provincia d’Abruzzo) e che, successivamente, ha approvato il nuovo piano triennale di controllo della popolazione di cinghiale 2015-2017.

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«Innanzitutto», spiega il presidente Antonio Di Marco, «c’è da dire che l’obiettivo del piano quinquennale era quello di ridurre la spesa per il risarcimento dei danni da cinghiale dai 334mila euro l’anno a 134 euro al termine dei cinque anni (2019). L’obiettivo per questi primi mesi di attività è stato raggiunto e anche superato».

Gli strumenti di gestione sono stati predisposti direttamente dal settore Ambiente e Pianificazione territoriale con la collaborazione degli Atc. L’organizzazione dell’attività di controllo delle popolazioni di cinghiale è stato completamente rivisitata e potenziata rispetto agli anni precedenti allargando il territorio di intervento e intervenendo direttamente su richiesta degli agricoltori, ovvero utilizzando una specifica task-force.

«Il principio cardine», conclude Di Marco, «è stato quello di legare il cacciatore al territorio, rendendolo in tal modo partecipe della corretta gestione della specie, preservando le colture agricole. Anche per questo abbiamo coinvolto, in riunioni settimanali, anche le associazioni di agricoltori».