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Cercano di vendere casa all’insaputa dei proprietari, arrestati 2 fratelli per truffa

Hanno cercato di vendere un appartamento del lungomare Colombo di Pescara all’insaputa degli ignari proprietari, una coppia di coniugi. Ma ieri mattina, sabato 7 novembre, all’appuntamento fissato per la firma del falso compromesso e la consegna del vero assegno di 15mila euro da parte della vittima, ad attendere i malviventi c’erano anche i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pescara che li hanno arrestati in flagranza.

In manette sono finiti 2 fratelli, A.P. di 46 anni e P.P. di 48 anni, originari di Roma. Entrambi avevano diverse identità, tutte fasulle.

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La truffa è partita lo scorso 28 settembre, quando la vittima, un commerciante pescarese alla ricerca di una casa da comprare, è stato contattato telefonicamente da un certo Luca, che gli aveva riferito essere il proprietario di un lussuoso appartamento sul lungomare Colombo. Il prezzo: 420mila euro.

Il potenziale acquirente, interessato all’affare, ha preso appuntamento per il pomeriggio stesso. Arrivato sul lungomare sud, l’uomo è stato accompagnato da un complice del truffatore che gli ha mostrato l’appartamento e cercato di convincerlo della bontà dell’affare.

L’acquirente, rimasto soddisfatto dalla visione dell’immobile, ha ricontattato Luca dicendogli di essere interessato all’acquisto ma chiedendo comunque in giro informazioni sul proprietario dell’abitazione.

Da queste ricerche, ha scoperto, con grande sorpresa, che l’immobile non era intestato all’uomo che si era presentato come Luca e che il vero proprietario, ignaro di tutta la faccenda, non aveva la minima intenzione di vendere.

A questo punto il commerciante, assalito dal dubbio, ha ricontattato Luca chiedendogli se per caso non ci fosse stato un malinteso, ma il truffatore, per avvalorare la sua buona fede, gli ha confermato tutto dicendogli di essere il proprietario e presentandogli un altro complice che si spacciava per un agente immobiliare che avrebbe gestito la vendita.

Il commerciante, a questo punto, intuito che potesse trattarsi di una truffa ai suoi danni, si è rivolto direttamente ai carabinieri che ieri sono intervenuti nella flagranza del reato.

Sulla testa dei due fratelli ora pendono le accuse per i seguenti reati: truffa, possesso di documenti di identificazione falsi, falsificazione di certificati e sostituzione di persona.