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Centro di accoglienza per senza fissa dimora a Pescara: il bilancio

Centro di accoglienza e dormitorio per i senza fissa dimora a Pescara in via Lago Sant’Angelo: il bilancio dell’attività svolta.
La struttura, in base a quanto previsto dal Piano Freddo predisposto dall’amministrazione comunale nell’ambido del servizio di Pis (Pronto Intervento Sociale), è rimasta aperta per due mesi, dal 29 dicembre scorso al 28 febbraio.

In tale periodo, secondo quanto annunciato dal Comune di Pescara, sono stati 124 gli ospiti, con una media di circa 60 persone a notte.

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La struttura in via Lago Sant’Angelo è stata gestita dall’associazione On The Road Onlus, in collaborazione con la Comunità Papa Giovanni XXIII e con il sostegno dell’associazione Pea (Psicologia emergenza Abruzzo), la Caritas, privati cittadini, gruppi parrocchiali, il Banco Alimentare, l’associazione Emozioni, i Cavalieri di Malta e la Croce Rossa di Spoltore.
Sull’attività svolta dal centro, ecco le parole e i dettagli forniti dall’assessore alle Politiche sociali del Comune di Pescara, Antonella Allegrino:

“Dopo il progetto sperimentale dello scorso anno nel centro Britti, l’esperienza si è consolidata e ci ha consentito di accogliere un numero maggiore di senza dimora, ai quali sono stati offerti gratuitamente ospitalità notturna, una colazione calda e la vicinanza degli operatori e dei volontari che hanno contributo alla realizzazione dell’iniziativa e ai quali rivolgo un sentito ringraziamento. Quest’anno sono stati ospitati molti senza dimora con situazioni di estremo disagio, con dipendenze gravissime e problematiche di tipo psichiatrico: persone che avrebbe davvero rischiato la vita se fossero rimaste al freddo perché non in grado di autodeterminarsi. Ora bisogna puntare a progetti di continuità, che non siano collegati a situazioni temporanee e che affrontino il problema in modo non emergenziale. Sul nostro territorio gravitano circa 100 senza dimora, ma il numero potrebbe aumentare perché stanno chiudendo progressivamente tutte le strutture di accoglienza dei richiedenti asilo. Continueremo ad operare per tutelare queste categorie particolarmente fragili, a monitorare il territorio grazie alla collaborazione con le unità di strada e a raccogliere le segnalazioni in merito alla presenza di senza dimora che dormono all’aperto ”.

Queste le parole di Massimo Ippoltiti di On The Road:

“Le popolazione accolta quest’anno nella struttura è stata diversa da quella dello scorso anno per una forte presenza di africani. Entrando nel dettaglio, abbiamo accolto 106 uomini e 18 donne di cui 54 italiani, 44 africani provenienti per lo più dal Marocco, dalla Tunisia e dal Gambia, 18 romeni, 4 polacchi, 2 bulgari,1 ucraino e 1 sloveno. La sperimentazione dell’accoglienza delle donne, che lo scorso anno erano state ospitate in albergo, è stata positiva perché siamo riusciti a gestire la convivenza in stanze diverse. Al di là dei numeri, ci sono state situazioni difficili a cui siamo riusciti a trovare una soluzione. Sono partiti dal dormitorio, ad esempio, tanti accompagnamenti sanitari verso il Serd, il Servizio per le Tossicodipendenze, e il Csm, il Centro salute mentale. Siamo riusciti a far tornare in Romania, garantendo un percorso sanitario e un rimpatrio assistito, a un senza dimora gravemente malato che si trovava in Italia da 18 anni e anche ad una coppia in difficoltà che era stata sfruttata a livello lavorativo; altre 32 persone sono state veicolate verso strutture secondarie in vista della fine del periodo di accoglienza e abbiamo operato con la mediazione familiare per il ritorno a casa di diversi ragazzi. Il dormitorio, dunque, non è stata un’esperienza fine a se stessa perché ci ha consentito di indirizzare molti senza dimora verso percorsi che potrebbero portare a una stabilità sanitaria e sociale”.

Sulla chiusura del centro di accoglienza è intervenuto anche il partito della Rifondazione Comunista. Il segretario provinciale del partito Corrado Di Sante si è così espresso sulla vicenda, fornendo possibili soluzioni:

Il 28 febbraio ha chiuso il dormitorio pubblico allestito nei locali della ex scuola di Via Lago Sant’Angelo dal comune di Pescara, che ha accolto durante l’inverno i senza fissa dimora della città, lo prevedeva la delibera “Piano Freddo” della giunta comunale n.901/2018. Lo scorso anno per i senza tetto ospitati presso il “Britti” l’accoglienza fu prorogata fino al 15 marzo.
Emergenze e proroghe purtroppo non risolvono le problematiche, e così chi non ha un tetto da alcuni giorni si ritrova di nuovo in strada, con tutto ciò che ne consegue per la dignità delle persone e per la qualità della vita in città.
È una situazione inaccettabile. Facile riempirsi la bocca di lotta al degrado e sicurezza come fanno da sempre i politicanti di centrodestra e centrosinistra, in perenne campagna elettorale, e poi non essere capaci di dare risposte durature. Daspo e sgomberi creano solo ulteriore marginalità e alla lunga diventano sperpero di denaro pubblico per un minuto di notorietà dei soliti politicanti che hanno l’ansia di sfoggiare medagliette sul petto.
Rifondazione Comunista rilancia la proposta di un dormitorio pubblico all’interno della Stazione di Pescara. Vista l’enorme disponibilità di spazi vuoti, all’interno della Stazione è incomprensibile che comune e FS non possano prioritariamente allestire un dormitorio nei locali liberi, che tra l’altro già ospitano il centro diurno Train de Vie – On the road .
Un dormitorio restituirebbe dignità e sicuro decoro alle persone e al centro cittadino e alle tante periferie, ne gioverebbe la qualità della vita di tutti, ridurrebbe le tensioni sociali, diventeremmo un esempio positivo. Un punto di partenza dal quale sviluppare progettualità e intercettare risorse affinché le persone che si ritrovano in strada possano riconquistare dignità e autonomia. Rifondazione Comunista dice basta a soluzioni tampone ed emergenziali, che spingono i più poveri tra i poveri sempre più lontano dal centro, che anno dopo anno consumano risorse pubbliche senza dare una risposta duratura.
Il dormitorio è una “grande opera” da portare a termine la stazione ha gli spazi per poterlo realizzare. Chi non è in grado di dare risposte agli ultimi, non potrà mai immaginare la città del futuro, chi chiude le porte, non potrà mai superare sfide e ostacoli perché avrà sempre lo sguardo troppo corto.
La solidarietà è la chiave di volta per uscire dalla crisi del neoliberismo che ha reso i poveri più poveri e i ricchissimi ancora più ricchi.